Dl Superbonus, le Regioni anticipano il Senato

Gli interventi di Toscana, Calabria e Puglia per facilitare la cessione dei crediti. Giorgetti annuncia un vincolo di slittamento su dieci anni.

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Mentre il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, annuncia l’obbligo di spalmare i crediti da superbonus su dieci anni, le Regioni corrono ai ripari per favorire la circolazione dei titoli maturati.

Partendo dal Senato, questa mattina il titolare del Mef è intervenuto nel corso dei lavori della commissione Finanze, impegnata sull’esame degli emendamenti al Ddl n. 1092 di conversione in legge del Dl Superbonus 39/2024.

Al termine della seduta Giorgetti ha comunicato l’intenzione di voler introdurre il vincolo di rimando dei crediti su dieci anni.

Un termine perentorio che non ammette deroghe visto che, secondo il ministro, tutti gli emendamenti che puntano ad allargare le maglie del DL non saranno considerati.

Rassicurazioni per aree terremotate, Terzo settore e barriere architettoniche sono però arrivate dal relatore del Ddl, Giorgio Salvitti, che ha parlato di una disponibilità del Governo a tenere in considerazione questi casi.

Resta il nodo da sciogliere sui termini di un’eventuale “retroattività” della modifica alla norma, su cui si sono immediatamente espresse con preoccupazione Ance e Cna.

La prospettiva è quella di un emendamento del Governo atteso per venerdì, con i lavori che proseguiranno in commissione fino a martedì 14 maggio; il Ddl è atteso in aula di Palazzo Madama il giorno successivo.

Nella proposta di modifica dell’Esecutivo dovrebbe esserci anche un passaggio che affida ai Comuni la responsabilità sui controlli dei cantieri.

Casualmente l’indicazione arriva a stretto giro da una dichiarazione del segretario generale Anci, Veronica Nicotra, fatta ieri nel corso di un convegno a Bologna. Per l’occasione la rappresentante dell’Associazione dei Comuni ha spiegato che proprio questi enti “hanno un ruolo marginale” nell’ambito delle azioni avviate dal Repower Eu sull’efficientamento energetico in edilizia.

Gli interventi delle Regioni sulla circolazione dei crediti

In attesa di sapere cosa succederà al Senato, le Regioni stanno approvando una serie di provvedimenti per provare a dare fluidità al sistema, almeno a livello locale.

Ieri, ad esempio, il Consiglio regionale della Toscana ha dato via libera (con voti trasversali di Pd, FdI e M5S) a una proposta di legge che favorisce la circolazione dei crediti fiscali.

L’atto stabilisce che “enti economici regionali e società controllate possano acquistare i crediti dalle banche da portare in compensazione con i propri debiti fiscali e previdenziali, a condizione di disporre di proprie risorse economiche e finanziarie sufficienti per far fronte sia all’acquisto sia ai possibili rischi derivanti dalle operazioni svolte”, spiega una nota.

Sempre di ieri disco verde anche in Consiglio regionale della Calabria alla analoga legge n. 223 recante “Interventi per il trasferimento dei crediti fiscali derivanti dall’efficientamento energetico del patrimonio edilizio”.

In questo modo la Regione, attraverso gli enti pubblici economici locali e le società partecipate, “intende assumere un ruolo attivo nella gestione dei crediti fiscali” da bonus edilizi (come spiegato nel Parlamentino di Reggio Calabria dal relatore del testo, Molinaro).

“La proposta ha l’obiettivo di contribuire ad alleviare le difficoltà finanziarie dei soggetti che, dopo aver praticato lo sconto in fattura e acquisito il relativo credito fiscale ai sensi del decreto legislativo numero n. 34 del 2020, non riescono a monetizzarlo per l’intervenuta congestione del sistema delle cessioni”.

Infine la Puglia. In questo caso la Giunta ha approvato la scorsa settimana una delibera attuativa della legge regionale 25/2023 individuando in Acquedotto Pugliese e Aeroporti di Puglia le due società pubbliche adibite ad acquisire crediti edilizi incagliati.

Più radicale la campagna lanciata (sempre ieri) da Associazione italiana condomini Assocond-Confidi con Rete Irene-società benefit. L’obiettivo è di avviare un percorso nazionale sul riordino di tutti i bonus edilizi, “unendo gli interessi privati di autonomia energetica con quelli collettivi di sicurezza e sostenibilità”.

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