La formazione post laurea per reinventare l’energia

CATEGORIE:

Il Master RIDEF dopo oltre dieci anni approda alla versione 2.0 con una serie di novità didattiche. Dopo una ampia una formazione interdisciplinare, si può optare per due percorsi: "generazione sostenibile reti e mercati" ed "edilizia a bassissimo consumo di energia", due settori in piena trasformazione.

ADV
image_pdfimage_print

In un mondo in rapida trasformazione come quello dell’energia ci sono molte possibilità d’impiego, ma occorre possedere competenze tecniche, conoscere il quadro normativo, intuire l’evoluzione dei mercati, comprendere il ruolo e le potenzialità dei vari attori.

I cambiamenti avvenuti negli ultimi anni si sono riflessi parzialmente anche nella didattica universitaria sono stati colti soprattutto in alcuni Master post lauream. E proprio di un Master ci occupiamo in questo articolo. Facciamo un passo indietro.

Nel 2003 il Protocollo di Kyoto non era ancora entrato in vigore e il boom delle rinnovabili era lontano. Ma i segnali che il rischio climatico avrebbe inciso profondamente sulle strategie di molti Paesi, a iniziare dall’Europa, c’erano tutti. Il tempo era dunque maturo per avviare la preparazione di competenze adeguate. Da qui, sulla base dell’intuizione di un mondo dell’energia in ebollizione, è nata la decisone di organizzare il Master RIDEF (RInnovabili, Decentramento, EFficienza) basato su una proposta didattica che si sposava con le novità in arrivo. Il Ridef è diventato negli ultimi dieci anni un punto di riferimento formativo a livello nazionale sulle fonti rinnovabili e l’efficienza energetica. Gestito dal Politecnico di Milano, il suo scopo era quello di creare, attraverso un approccio interdisciplinare, competenze specifiche in grado di gestire la complessità del nuovo mondo energetico.

Oltre cento i docenti che hanno curato la formazione, provenienti dal mondo accademico, industriale e pubblico, e 330 i diplomati, più della metà ingegneri, ma anche architetti, economisti – e fisici –  che, una volta conseguito il Master, hanno dato il loro contributo a cambiare il panorama energetico di questi anni.

Tuttavia, anche il Ridef ha risentito della crisi generale che ha colpito il Paese. Non tanto rispetto ai neolaureati, ma per il calo di chi in passato lasciava un lavoro, anche di prestigio, o lo ”congelava” perché stimolato dalla possibilità di cambiare attività facendosi coinvolgere nelle tematiche “green”. Inoltre, nel decennio trascorso dal suo lancio il contesto energetico è molto cambiato così come le sfide da affrontare: oggi servono infatti approfondimenti specifici per affrontare problematiche impensabili fino a pochi anni fa e che muteranno ancora sotto la spinta delle politiche climatiche e degli alti prezzi dell’energia.

Si è così deciso di rivedere la didattica proponendo, dopo una consistente formazione comune, la scelta tra due percorsi, generazione sostenibile ed edilizia a bassissimo consumo di energia (vedi tabella). Si tratta di due comparti in piena trasformazione che vedranno cambiare i modelli di business delle aziende esistenti e il nascere di start-up in grado di offrire nuovi servizi e prodotti. Si è inoltre scelto di aumentare le ore dedicate alla didattica non frontale, incrementando lavori di gruppo, laboratori ed esercitazioni guidate.

L’elevata percentuale delle rinnovabili che, superando di slancio la soglia dei 100 TWh originariamente prevista per il 2020, arriverà quest’anno a soddisfare un terzo dei consumi elettrici, pone la necessità di formare competenze adeguate per gestire le nuove problematiche: dalla prevedibilità della produzione solare ed eolica alla capacità di aggregare l’offerta di energia, dall’utilizzo di sistemi di accumulo agli interventi di Demand side management.

Questi alcuni temi che verranno approfonditi nel primo percorso del Master, insieme alle sfide connesse alle smart grids, settore che l’Italia dovrà affrontare in anticipo a causa dell’elevata presenza di fonti rinnovabili non programmabili, con l’acquisizione di competenze su software e tecnologie che potranno essere utili anche sul mercato internazionale. Le utilities sono in affanno e cercano nuovi modelli di business. È una sfida affascinante – che riguarda l’Europa come gli Stati Uniti, il Giappone come l’Australia – dettata da una drastica transizione che va intelligentemente governata.

L’altro settore coinvolto nella riformulazione del Master Ridef è quello dell’edilizia, in cui la rivoluzione è appena partita. Nei prossimi 10-15 anni, sotto la spinta delle Direttive europee, anche questo comparto verrà investito da profonde trasformazioni. I nuovi edifici dovranno avere prestazioni sempre più stringenti verso l’obiettivo “nearly zero energy” che fra 7 anni sarà lo standard per tutta l’Unione Europea.

Inoltre, le “roadmap 2050” in fase di definizione da parte dei vari Governi vedranno l’individuazione di percorsi di riqualificazione spinta (deep renovation) del patrimonio edilizio esistente, a un ritmo almeno doppio rispetto all’attuale. Gli edifici pertanto, da grande settore energivoro, diventeranno sempre più leggeri e in alcuni casi si trasformeranno in produttori netti di energia. Nell’ambito del “percorso sull’edilizia” verranno quindi approfonditi gli strumenti progettuali adeguati, l’introduzione di materiali innovativi, la definizione di scelte impiantistiche integrate, la predisposizione di nuovi meccanismi di finanziamento pubblico e privato, le problematiche legate alla costruzione di nuovi edifici efficienti e alla riqualificazione degli esistenti.

Un ultimo aspetto sul quale l’edizione 2014 del Master Ridef fornirà uno specifico approfondimento riguarda il ruolo più incisivo che Regioni ed Enti locali si apprestano ad avere alla luce delle sfide energetiche in atto. Dalle modalità di applicazione del Burden Sharing per le rinnovabili su scala regionale alla crescente domanda di strumentazione tecnica ed economico-finanziaria da parte degli oltre 2.000 Comuni che hanno aderito al Patto dei Sindaci puntando a raggiungere obiettivi climatici ambiziosi.

Così, la possibilità di un salto nell’introduzione di tecnologie dell’informazione consentirà di presentare le opportunità delle smart cities, dei nuovi modelli di business e degli standard tecnologici per il loro sviluppo, della mappatura energetica delle città, della valutazione ambientale strategica, del coinvolgimento degli attori dal basso. Un’ulteriore scelta di approfondimento riguarderà due ambiti di grande importanza. Il primo riguarda la mobilità urbana con un’attenzione sia alle novità tecnologiche che alle soluzioni avanzate di governo della mobilità, come il car sharing. Il secondo sarà centrato sulle possibilità di ridurre i consumi energetici nell’industria, un settore sul quale si stanno ottenendo i risultati più significativi di acquisizione dei Certificati bianchi.

Viene infine rafforzato, a completamento del percorso formativo, lo stage della durata di tre mesi in qualificate realtà imprenditoriali, scientifiche e istituzionali.

La scelta verrà effettuata a valle di apposite giornate organizzate a metà percorso, nelle quali si presenteranno le offerte esterne in modo da selezionare il matching migliore tra le proposte aziendali e le esigenze espresse dagli studenti. È interessante notare come, negli scorsi anni in molti casi, le aziende hanno deciso poi di assumere gli stagisti. Più in generale, entro i primi tre mesi dalla fine del master, l’80% degli studenti generalmente trova un’occupazione. E in un periodo di crisi come questo, non si tratta di un elemento secondario.

La didattica è stata dunque profondamente ristrutturata, ma l’anima interdisciplinare originaria è ancora l’elemento caratterizzante del nuovo “Master Ridef 2.0 reinventare l’energia”, che si pone l’obiettivo di mantenere il suo ruolo di punto di riferimento formativo in Italia anche per il prossimo decennio.

Per informazioni: Master RIDEF

L’artiolo è stato pubblicato sul n.5/2013 della rivista bimestrale Qualenergia.

ADV
×