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Energivori, sconto da 600 milioni voluto da Passera e pagato da tutti

Novità in arrivo sul fronte degli oneri di sistema in bolletta. Tra gli ultimi atti del governo Monti c'è uno sconto da 600 milioni di euro alle aziende “energivore”, ridefinite ampliando la platea. Pronto per entrare in vigore, lo sgravio potrebbe far salire del 2 per cento la bolletta delle famiglie e delle aziende non beneficiate.

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Ancora sommovimenti sul fronte oneri di sistema in bolletta. Mentre il peso degli incentivi al fotovoltaico sta per fermarsi – dato che il quinto conto energia finirà con ogni probabilità a fine giugno o i primi giorni di luglio – è in arrivo un’altra novità che renderà più salate le fatture: uno sconto da 600 milioni di euro alle aziende “energivore”, grazie ad una ridefinizione della platea che diventa più ampia, che potrebbe far salire dell’1,5-2% la bolletta di tutti gli altri utenti

È l’effetto di un altro intervento dell’ultimo minuto del ministro dello Sviluppo economico del governo Monti, Corrado Passera. Si tratta del varo, appena prima di lasciare la carica, del regolamento attuativo del relativo decreto “pro-energivori”, approvato ad aprile.

I nuovi sgravi saranno quasi a pioggia: ne beneficeranno circa 5.500 aziende, per un totale di oltre 60mila GWh e, come detto, avranno un costo previsto di 600 milioni. Come si legge nei criteri guida per la rimodulazione della componente A3 che il ministro uscente ha trasmesso all’Autorità per l’energia (vedi lettera in allegato in basso), a beneficiare degli sconti saranno tutte le aziende con costi dell’energia superiori al 2% del fatturato e con consumi oltre i 2,4 GWh l’anno. Si prevede un abbattimento del 15% della componente A3 – circa il 19% della bolletta – per le imprese con intensità energetica tra il 2 e il 6%, per passare al 30% per le imprese con intensità fino al 10%, al 45% per quelle con intensità tra il 10 e il 15%, mentre oltre quella soglia la riduzione sarà del 60%. Rimangono poi le vecchie agevolazioni previste per le grandi imprese con consumi elevati in assoluto (oltre gli 8 GWh al mese), anche se quelle che non risulteranno “energivore”, sulla base del nuovo criterio dei consumi in proporzione al fatturato, potrebbero subire un lieve aggravio.

Un provvedimento apprezzato da Confindustria che sicuramente darà sollievo a molte aziende, penalizzate da un costo dell’energia più alto che in altri paesi: come scrivevamo oggi riportando gli ultimi dati Eurostat, nella classifica delle bollette più salate l’Italia è quarta in Europa per quel che riguarda i consumatori domestici e terza se si parla di utenti industriali.

Peccato che questi sgravi rendano più care le bollette delle famiglie e di tutte le altre imprese. A pagare quei 600 milioni saranno infatti tutti i soggetti non rientranti nelle categorie agevolate. Secondo le prime stime dell’Autorità il maggiore esborso per i trimestri successivi all’entrata in vigore sarà come detto tra l’1,5 e il 2% del totale della bolletta. Questa novità preoccupa il Regolatore, da tempo molto sensibile sulla questione del peso degli oneri di sistema in bolletta.

Il provvedimento voluto da Passera per divenire operativo attende una delibera da parte dell’Autorità. Secondo la legge questa dovrebbe arrivare entro 60 giorni dal decreto, cioè entro fine giugno, ma è probabile che tardi: voci di corridoio ci riferiscono che l’Aeeg si sta muovendo per sensibilizzare il governo attuale sulle conseguenze per le bollette dei ‘non agevolati’ che gli sconti avrebbero qualora entrassero in vigore.

Allarme c’è anche tra le associazioni dei consumatori. “Dopo tre anni consecutivi di incredibili aumenti sulle bollette di energia elettrica e gas, che hanno raggiunto i livelli più elevati dal dopoguerra, proprio ora si iniziava a registrare un assestamento e addirittura una lieve diminuzione dei costi. Ma la speranza di veder diminuire gli importi delle bollette è durata pochi istanti: il Governo uscente, infatti, ha escogitato il modo per giustificare nuovi aggravi. Dagli incentivi alle fonti rinnovabili (che abbiamo sempre sostenuto debbano essere trasferiti sulla fiscalità generale), al contributo per la dismissione delle centrali nucleari: sono molte le voci che da anni insistiamo perché vengano eliminate dalla bolletta. Oggi, invece, avviene l’esatto contrario”, commenta Mauro Zanini vicepresidente di Federconsumatori. E conclude: “Per questo facciamo appello al Governo affinché questa misura non trovi applicazione e perché si studino altri modi per incentivare le imprese in difficoltà, senza intaccare minimamente il potere di acquisto delle famiglie già in forte difficoltà economica.”

 

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