In Svizzera il referendum salva la legge pro-rinnovabili

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Il 69% dei votanti nella consultazione di domenica è favorevole alla legge che impone di accelerare sulle Fer.

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Messo un po’ in ombra dalle elezioni europee, domenica scorsa, 9 giugno, si è tenuto un altro appuntamento elettorale importante per le rinnovabili e in particolare per lo scontro, a volte pretestuoso, tra chi vorrebbe tutelare il paesaggio da una supposta invasione degli impianti e chi vorrebbe accelerare la transizione energetica.

Gli svizzeri hanno infatti votato il referendum sulla nuova legge federale sull’approvvigionamento elettrico, approvandola con il 69% di favorevoli (l’affluenza è stata del 44,8%).

La legge, ricordiamo, era stata approvata dal Parlamento elvetico lo scorso autunno a stragrande maggioranza, ma un gruppo di associazioni ambientaliste preoccupate per l’impatto delle Fer aveva chiesto e ottenuto la consultazione referendaria (mentre altre come Wwf, Pro Natura e BirdLife si erano schierate a favore della legge e contro il referendum).

Il testo sottoposto a referendum prevede l’entrata in vigore dal 1° gennaio 2025; tra gli obiettivi c’è una produzione di elettricità da rinnovabili, idro escluso, che dovrà arrivare ad almeno 35.000 GWh nel 2035 e 45.000 GWh nel 2050. A ciò si aggiunge l’idroelettrico che dovrà salire a 37.900 GWh al 2035 e 39.200 GWh nel 2050.

L’Ufficio federale dell’Energia stima che entro il 2035 sarà possibile generare circa 25.000 GWh di sola elettricità solare sugli edifici (tetti e facciate), di cui il 30% durante l’inverno. Si tratta di una produzione superiore a quella delle centrali nucleari nel 2023.

L’incidenza di questa nuova massa di energia interna si dovrebbe riflettere sull’importazione netta di elettricità, per la quale, nel periodo 1° ottobre-31 marzo di ogni anno, si fissa un tetto massimo di circa 5 TWh.

Il consumo medio annuo pro capite di energia, secondo la legge, è invece ridotto, rispetto al 2000, del 43% entro il 2035 e del 53% entro il 2050. Ciò dovrebbe avvenire ponendo in capo ai fornitori di energia uno specifico vincolo di promozione dell’efficienza tra i consumatori pubblici e privati. Secondo l’Ufficio Energia, entro il 2035 si potranno risparmiare così circa 1,2 miliardi di kWh elettrici.

Il Consiglio federale, infine, dovrà definire ogni cinque anni gli obiettivi intermedi generali e per singole tecnologie, vigilando sul raggiungimento dei target e adottando tempestivamente le misure necessarie.

La riforma non prevede nuove tasse a carico dei consumatori, spiega la Confederazione. Il supplemento di rete in bolletta (cioè gli oneri di sistema), destinato al finanziamento dei contributi in favore del potenziamento della generazione Fer, rimarrà fermo a 2,3 centesimi per kWh.

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