Sardegna, una moratoria che non decolla

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Giunta, maggioranza e opposizioni annunciano emendamenti al Ddl in Consiglio regionale. Da chiarire il coordinamento con tempi e contenuti del DM aree idonee che, intanto, la Conferenza delle Regioni non calendarizza.

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punti da chiarire sulla “moratoria” alle rinnovabili proposta dalla Sardegna non riguardano solo i termini esatti da utilizzare; “sospensiva”, secondo la presidente Alessandra Todde.

Perplime anche l’andatura con cui si vuole procedere in Consiglio regionale nell’esame del relativo Ddl di Giunta, recante lo stop di diciotto mesi a Fer e accumuli.

Fin dall’insediamento del nuovo Parlamentino dell’Isola, si è subito chiarito che il disegno di legge n. 15 avrebbe avuto la massima priorità. Le indicazioni emerse ieri dalle commissioni competenti IV e V, però, sembrano diverse.

In primis, per l’occasione gli assessori chiamati in audizione, le forze di maggioranza e, inevitabilmente, anche quelle di opposizione, hanno annunciato emendamenti al testo. Di per sé nulla di inconsueto rispetto all’iter di un Ddl, ma un ipotetico “fuoco incrociato” di modifiche dilaterebbe i tempi d’esame.

Il fattore tempo è importante anche in relazione al decreto Aree idonee, che la stessa Giunta sarda ipotizza possa essere approvato entro il 15 giugno dal Mase. Da questo punto di vista, però, si registra che la Conferenza delle Regioni non ha ancora calendarizzato il documento di osservazioni da girare al ministero; un’ipotesi al vaglio è quella del 13 giugno.

Il via libera al decreto, comunque, arriverà sicuramente prima dell’approvazione in Consiglio regionale della moratoria. Per questo motivo i consiglieri sardi dovranno adeguare il testo agli effetti del DM.

Senza dimenticare che la Giunta Todde sarà chiamata a identificare specificatamente tali aree idonee e anche questo lavoro avrà dei riflessi sui contenuti del disegno di legge per la moratoria.

A tutto ciò si aggiunga il coordinamento con il DL Agricoltura in tema di fotovoltaico, attualmente al vaglio del Senato per la conversione in legge.

Le altre indicazioni sul Ddl

In conclusione, quando sarà approvata definitivamente la legge sarda sulla moratoria, sarà forse troppo tardi? Se lo chiedono i consiglieri di opposizione, ad esempio, la cui posizione si può sintetizzare nelle parole di Paolo Truzzu (FdI), che parla di “norma Aspetta Sardegna” visto che “dicono che il testo va rivisto”.

Per l’assessore all’Industria Cani, invece, il Ddl “sarà comunque utile”, a prescindere da altri interventi normativi, visto che la Regione deve far fronte “a centinaia di progetti”.

Presente ieri presso le commissioni riunite anche l’assessore agli Enti locali, Francesco Spanedda, che ha illustrato il contenuto dei quattro articoli del Ddl precisando che le norme non si applicano nel caso di autoconsumo, di comunità energetiche e delle coperture degli edifici.

L’assessore Gianfranco Satta (Agricoltura) è invece intervenuto ricordando che “nel 2016, quando fu approvato il piano energetico vigente, l’agrivoltaico non era contemplato tra le forme di rinnovabili ma questo è un tema energetico e ambientale sul quale oggi dobbiamo riflettere”.

Intanto fuori dalle istituzioni sarde monta la protesta dei movimenti locali. Oggi (29 maggio), ad esempio, si è svolto un sit-in dinanzi il Consiglio regionale contro le “servitù energetiche”, mentre domani è prevista a Cagliari una manifestazione di varie realtà territoriali con alcuni sindaci “contro la speculazione energetica”.

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