Dalle rinnovabili al nucleare, su cosa punta la nuova strategia energetica UK

Previsti 50 GW di eolico offshore nel 2030. Approvato un pacchetto da 375 milioni di sterline per idrogeno e attività di ricerca su reattori e sistemi CCS.

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Eolico a terra e offshore, fotovoltaico, nucleare, idrogeno, estrazione di petrolio e gas dai giacimenti nazionali: il nuovo piano per la sicurezza energetica lanciato il 6 aprile dalla Gran Bretagna, British Energy Security Strategy (link in basso), punta su un pacchetto molto diversificato di tecnologie.

Obiettivo è arrivare al 95% circa di elettricità pulita entro il 2030 e utilizzare i combustibili fossili estratti in casa nella transizione verso le rinnovabili, facendo anche ricorso agli impianti per catturare le emissioni di CO2 (CCUS: carbon capture utilisation and storage).

Per quanto riguarda le rinnovabili, spiega una nota del governo UK, il principale traguardo al 2030 è avere fino a 50 GW di eolico offshore, di cui 5 GW di impianti con fondazioni galleggianti in acque profonde, grazie a una riforma delle procedure autorizzative per tagliare da 4 anni a 1 anno i tempi per approvare i nuovi progetti e a nuove aste basate sui contratti per differenza (CfD, Contracts for difference).

Per gli impianti eolici a terra si parla di sviluppare partnership con le comunità locali, al fine di supportare nuovi investimenti nel settore.

Il fotovoltaico dovrebbe invece quintuplicare la sua potenza totale installata, passando dagli attuali 14 GW a circa 70 GW nel 2035, spingendo sia sulle aste CfD per grandi impianti a terra sia sulla diffusione di impianti su tetti e coperture di edifici residenziali e industriali.

Nella strategia è poi prevista una “rilevante accelerazione” per il nucleare: si ambisce a 24 GW entro il 2050 per coprire circa il 25% della prevista domanda elettrica, puntando a raggiungere la decisione finale di investimento per un nuovo progetto entro il 2024.

Sul fronte idrogeno, il piano UK prevede fino a 10 GW di capacità produttiva di H2 a basse emissioni nel 2030 (il doppio del precedente obiettivo), con 1 GW di idrogeno 100% verde da elettrolisi in funzione (o in costruzione) entro il 2025 insieme con 1 GW di idrogeno cosiddetto “blu” abbinato alla tecnologia CCUS.

Ampio spazio è dedicato alle pompe di calore, ingrediente principale per ridurre il consumo di fonti fossili nel riscaldamento domestico; si punta a installare 600.000 pdc/anno entro il 2028.

Per quanto riguarda, infine, il settore oil & gas, la Gran Bretagna intende sfruttare di più le sue risorse nazionali nel Mare del Nord, in uno scenario che punta a ridurre del 40% i consumi di gas al 2030 e di eliminare “il prima possibile” le importazioni di gas dalla Russia.

Intanto venerdì scorso, 8 aprile, è già stato approvato dal governo UK un pacchetto da 375 milioni di sterline per supportare le tecnologie energetiche innovative: la fetta maggiore (240 milioni) è per la produzione di idrogeno, mentre 2,5 milioni andranno alla ricerca sui reattori nucleari modulari e 5 milioni finanzieranno lo sviluppo di sistemi CCS.

Ricordiamo che la scorsa settimana anche la Germania ha presentato una maxi proposta di riforma del sistema energetico incentrata sulle rinnovabili.

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