Riscaldamento, l’Italia deve accelerare l’uscita dai combustibili fossili

Nuovo documento di Kyoto Club-Legambiente: necessario puntare su etichettatura energetica, ecodesign e stop alla vendita di apparecchi inefficienti.

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Se vogliamo raggiungere gli obiettivi europei di riduzione delle emissioni al 2030 e al 2050 e affrancarci dalla dipendenza energetica dobbiamo intervenire anche nel settore del riscaldamento, responsabile del 18% delle emissioni di CO2 in Italia.

Questa la raccomandazione di Kyoto Club e Legambiente, partner della campagna informativa “Per la decarbonizzazione, efficienza energetica e riscaldamento negli edifici in Italia” che punta a sensibilizzare cittadini e decisori politici, sottolineando la necessità di fermare la diffusione di impianti di riscaldamento da fonti fossili in Italia.

A questo proposito, spiega una nota delle due associazioni ambientaliste, è necessario che l’Unione europea agisca subito, vietando l’installazione di impianti fossili negli edifici di nuova costruzione entro il 2025, riformando le normative sulla progettazione ecocompatibile e sull’etichetta energetica e puntando sull’elettrificazione dei consumi.

Kyoto Club e Legambiente hanno presentato un position paper in cui si ribadisce la centralità della progettazione ecocompatibile (Ecodesign) e della etichettatura energetica (Energy Label) nel taglio delle emissioni del comparto del riscaldamento, sottolineando l’importanza della revisione del nuovo regolamento europeo Ecodesign, che dovrebbe vedere la luce nei primi mesi del 2023.

Secondo le associazioni, bisogna “accelerare l’adozione di normative più avanzate di Ecodesign e di Energy Label, aumentare la loro ambizione, vietare la vendita dei dispositivi altamente inefficienti delle classi F e G entro, rispettivamente, il 2023 ed il 2025 e declassare la maggior parte degli apparecchi alimentati a combustibili fossili nelle fasce più basse”.

Per quanto riguarda la questione dell’Ecodesign, è emersa una spaccatura netta in occasione dell’ultimo Forum di Consultazione, che raduna gli esperti degli Stati membri, tenutosi nel settembre 2021. In occasione del meeting, un gruppo di Paesi virtuosi (Germania, Danimarca, Francia, Austria, Svezia) si è distinto per supportare una normativa più ambiziosa per l’Ecodesign.

Dall’altra parte, un gruppo di Paesi più “conservativi” (Italia, Portogallo e Spagna) frena l’adozione di leggi sempre più progressive per regolare la materia. Da sottolineare che l’Italia si è distinta per una posizione contraria circa l’elettrificazione dei prodotti di riscaldamento.

Progettazione ecocompatibile ed etichettatura energetica sono due politiche che funzionano insieme, come un meccanismo push and pull: la norma Ecodesign stabilisce in primo luogo i requisiti minimi di efficienza legali in modo che gli apparecchi ad alto consumo energetico non siano ammessi sul mercato Ue; poi, le etichette energetiche indirizzano i consumatori verso i migliori elettrodomestici.

Attualmente si prevede che le politiche di progettazione ecocompatibile ed etichettatura energetica comportino circa un terzo dei risparmi necessari per raggiungere il traguardo di ridurre del 55% le emissioni entro il 2030.

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