Inviato a Bruxelles il nuovo Pniec italiano, dentro anche il nucleare

Previsti 131 GW di rinnovabili al 2030, ribadito un approccio tecnologicamente "neutro". I punti salienti del Piano nazionale integrato su energia e clima trasmesso alla Commissione europea.

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Il governo italiano ha inviato oggi, lunedì 1° luglio, alla Commissione europea, il testo definitivo del Pniec, il Piano nazionale integrato energia e clima.

Come spiega il ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica, Gilberto Pichetto, nella nota ufficiale del Mase, “il nostro Paese si dota di uno strumento programmatorio che traccia con grande pragmatismo la strada energetica e climatica […] che non nasconde i passi ancora necessari per colmare alcuni gap ma si concentra sulle grandi opportunità derivanti dallo sviluppo di tutte le fonti, senza preclusioni”.

Pichetto cita in particolare “lo scenario sull’energia nucleare, sia da fissione nel medio termine (a partire dal 2035) che da fusione (a ridosso del 2050), che ci fa guardare avanti a un futuro possibile”.

Nell’aggiornamento del Piano, evidenzia il ministero, è stato seguito un approccio realistico e tecnologicamente neutro, che prevede una forte accelerazione su alcuni settori.

Oltre alle fonti rinnovabili elettriche, si punta su: produzione di combustibili rinnovabili come il biometano e l’idrogeno insieme all’utilizzo di biocarburanti che già nel breve termine possono contribuire alla decarbonizzazione del parco auto esistente, diffusione di auto elettriche, riduzione della mobilità privata, cattura e stoccaggio di CO2, ristrutturazioni edilizie ed elettrificazione dei consumi finali, in particolare attraverso un crescente peso nel mix termico rinnovabile delle pompe di calore.

L’area con performance più alte è quella delle rinnovabili, dove è ribadito che l’Italia dovrà raggiungere al 2030 una potenza complessiva di 131 GW. Si prevede che 79 di questi GW deriveranno dal fotovoltaico, 28 dall’eolico, 19 dall’idrico, 3 dalle bioenergie e circa 1 GW da fonte geotermica (quota quest’ultima che potrebbe anche aumentare, al raggiungimento di un adeguato livello di maturità di alcune iniziative progettuali in via di sviluppo).

In ambito efficienza energetica, grazie alle misure previste, si registra un’importante riduzione dei consumi di energia primaria e finale ma per centrare i target, innalzati in considerazione dello scenario di crescita del prodotto interno lordo, bisognerà continuare a lavorare.

Per quanto riguarda le emissioni e gli assorbimenti di gas serra, l’Italia prevede di superare l’obiettivo del “FitFor55” riguardante gli impianti industriali vincolati dalla normativa Ets, arrivando al -66% rispetto ai livelli del 2005 (obbiettivo Ue, -62%).

Sul fronte della sicurezza energetica, prosegue il Mase, si registra una netta riduzione della dipendenza da altri Paesi favorita dalle azioni di diversificazione dell’approvvigionamento e dall’avvenuta pianificazione di nuove infrastrutture e interconnessioni.

Per quanto riguarda la dimensione del mercato interno dell’energia, si prevede di potenziare le interconnessioni elettriche e il market coupling con gli altri Stati membri, nonché sviluppare nuove connessioni per il trasporto di gas rinnovabili, rafforzando il ruolo dell’Italia come hub energetico europeo e corridoio di approvvigionamento delle rinnovabili nella zona mediterranea.

Inoltre, il Pniec dà priorità agli obiettivi nazionali di ricerca, sviluppo e innovazione al fine di accelerare l’introduzione sul mercato di quelle tecnologie necessarie a superare i traguardi definiti dal Green Deal, nonché rafforzare la competitività dell’industria nazionale.

Il Pniec prevede, infine, per la prima volta, una specifica sezione dedicata ai lavori della Piattaforma nazionale per un nucleare sostenibile, che ha sviluppato delle ipotesi di scenario in cui si dimostra da un punto di vista tecnico-scientifico la convenienza energetica ed economica di avere una quota di produzione nucleare, in sinergia e a supporto delle rinnovabili e delle altre forme di produzione di energia a basse emissioni.

Secondo le ipotesi di scenario sviluppate, il nucleare da fissione, e nel lungo termine da fusione, potrebbero fornire al 2050 circa l’11% dell’energia elettrica totale richiesta, con una possibile proiezione verso il 22%.

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