Eolico e fotovoltaico hanno tagliato un quinto della generazione da fossili

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La generazione elettrica Ue da eolico supera quella a gas. Le rinnovabili coprono il 44% del totale. Germania e Spagna hanno trainato le nuove installazioni, mentre l'Italia è stata più lenta.

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Da quando l’attuale Commissione europea si è insediata nel 2019, la crescita dell’eolico e del fotovoltaico ha ridotto di un quinto la generazione elettrica da fonti fossili nell’Ue.

È quanto emerge da una ricerca, con dati aggiornati al 2023, curata da Ember, think tank indipendente e senza scopo di lucro che analizza il settore energetico, con sede in Gran Bretagna.

Energia rinnovabile in crescita

Anche grazie a iniziative come il Green Deal, dal 2019 la potenza eolica europea è aumentata del 31% (+52 GW), raggiungendo 219 GW nel 2023. La potenza fotovoltaica è invece cresciuta ancora più rapidamente, più che raddoppiando (+113%) da 120 GW a 257 GW. Ciò equivale all’installazione di oltre 230mila moduli fotovoltaici al giorno in questi quattro anni.

Nel complesso, l’installato eolico e FV dell’Ue è cresciuto del 65% in cinque anni, con 188 GW addizionali.

Questa nuova capacità di generazione pulita ha portato a un aumento combinato del 46% (+226 TWh) della produzione elettrica dal 2019 al 2023; inoltre, ha spinto la quota dell’eolico e del solare nel mix elettrico Ue dal 17% nel 2019 a oltre un quarto nel 2023 (27%).

Nel complesso, la quota totale delle rinnovabili è salita dal 34% nel 2019 al 44% lo scorso anno.

Generazione elettrica fossile in calo

La generazione da fonti fossili è così diminuita del 22% (-247 TWh) nello stesso periodo di tempo, con forti cali sia nel carbone che nel gas.

Il carbone, in particolare, dal 2019 al 2023 ha perso nella produzione 115 TWh, segnando una riduzione del 25% circa. Questo nonostante una temporanea ripresa nel 2021 a causa della crisi energetica e il rinvio della chiusura di alcune centrali, che non ha influito sulla tendenza generale al ribasso.

La generazione a gas è diminuita per quattro anni consecutivi, terminando il 2023 al livello più basso dal 2015, con un calo del 21% rispetto ai livelli del 2019 (-120 TWh).

Queste flessioni hanno fatto sì che la quota di generazione da fonti fossili sia scesa sotto un terzo (32,5%), rispetto al 39% del 2019, e che le emissioni del settore energetico siano diminuite del 18%.

Senza la crescita dell’eolico e del fotovoltaico, rileva Ember, la produzione fossile sarebbe diminuita di appena l’1,9% (21 TWh).

L’eolico supera il gas

La forte crescita dell’eolico dal 2019 ha portato a un importante traguardo: nel 2023, l’eolico ha superato la produzione di gas, diventando la seconda fonte di elettricità dell’Ue, come mostra il grafico sotto.

La generazione eolica è aumentata del 28% (+103 TWh) dal 2019 al 2023, raggiungendo una quota del 17,5% nel mix elettrico dell’Ue. Nel 2023, l’elettricità prodotta dall’eolico è stata pari a 470 TWh, l’equivalente della domanda totale della Francia, a fronte di una generazione a gas di 449 TWh.

Energia pulita, una rivolzione in atto

Le maggiori aggiunte di potenza eolica e solare FV provengono dalla Germania (+42 GW, +38%) e dalla Spagna (+25 GW, +69%) con, rispettivamente, il 22% e il 13% del totale sviluppato a livello Ue dal 2019 al 2023. Sebbene questi due Paesi abbiano fatto da apripista, un po’ tutto il blocco Ue ha registrato forti progressi.

Più della metà dei 27 Stati membri ha almeno raddoppiato, e in molti casi più che triplicato, la propria capacità eolica e fotovoltaica nei cinque anni considerati. Insieme, 14 Paesi, con l’esclusione di Germania e Spagna, hanno aggiunto 74 GW di nuovi impianti eolici e solari, pari al 39% dell’aumento totale di queste due fonti rinnovabili dal 2019 allo scorso anno.

Questo dato include Paesi con una capacità installata relativamente limitata nel 2019, come la Slovenia, che ha aggiunto 800 MW, raggiungendo 1 GW nel 2023. Ma comprende anche l’Olanda, che ha installato 23 GW addizionali, triplicando la sua capacità eolica e solare fino a 35 GW.

Crescita molto più lenta in Italia

L’Italia non ha purtroppo brillato quanto a crescita delle rinnovabili.

In termini assoluti, l’Italia ha installato 10,5 GW di nuova potenza eolica e solare nel periodo 2019-2023, piazzandosi al sesto posto, dopo Germania, Spagna, Olanda, Polonia e Francia, appena prima della Svezia.

In termini percentuali, la crescita italiana del 33% è risultata la metà rispetto alla media Ue del 66%. Solo Repubblica Ceca, Irlanda e Romania hanno fatto percentualmente meno dell’Italia quanto a capacità addizionale fra i 27 Stati membri, come mostra il grafico seguente.

Fra i Paesi più grandi, le due principali fonti pulite sono cresciute del 37,8% in Germania e del 57% in Francia.

L’Ue mantiene il suo primato mondiale

L’Ue continua a essere leader mondiale nella transizione verso l’elettricità pulita, ha sottolineato la società di ricerche.

Già nel 2019, la quota di eolico e solare nel mix di produzione elettrica dell’Ue (17%), era doppia rispetto alla media mondiale (8%). Era così anche nel 2023: 27% Ue contro il 13% di media globale, con quasi il doppio di eolico (17,5% vs 8%) e quasi il doppio di fotovoltaico (9,2% vs 5,5%).

Dei 28 Paesi che hanno installato almeno 1 GW di potenza solare nel 2023, gli Stati membri dell’Ue ne rappresentano tredici, cioè quasi la metà. Di questi 13, solo cinque erano mercati su scala gigawatt nel 2019.

Il mix di energia elettrica dell’Ue è quindi tra i più puliti al mondo e supera in modo significativo altre grandi economie come gli Stati Uniti e la Cina.

Nel 2019, l’intensità delle emissioni della produzione di elettricità dell’Ue era meno della metà della media mondiale, con 287 gCO2 per kWh contro 501 gCO2 per kWh, per poi scendere a 244 gCO2 per kWh nel 2023 (-15% dal 2019).

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