Comuni rinnovabili: boom Fer dal basso, ma restano troppi ostacoli

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Il rapporto di Legambiente e le sette proposte dell'associazione al governo.

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L’Italia nel 2023 ha registrato un’importante crescita delle rinnovabili, ma procede ancora troppo lentamente: di questo passo, raggiungeremmo l’obiettivo del 2030 con 16 anni di ritardo.

Il fermento che parte dal basso, con molte imprese protagoniste, è infatti spesso frenato dalla lentezza degli iter amministrativi, da ostacoli normativi e culturali e da norme obsolete.

Troppi progetti sono ancora fermi in attesa di valutazione da parte del ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, ostacolati dal ministero della Cultura o dai ritardi della Presidenza del Consiglio dei Ministri per risolvere i conflitti tra i due dicasteri, oltre all’aumento delle richieste di connessione.

A pesare è anche la politica del governo Meloni su gas e nucleare, insieme a blocchi trasversali come la moratoria in Sardegna, le contestazioni locali e i ritardi nelle autorizzazioni da parte delle Regioni, con l’unica eccezione della Campania.

Questo è il messaggio della 19ª edizione del rapporto “Comuni rinnovabili” di Legambiente, presentato oggi a Roma presso la sede del Gse, partner dell’iniziativa.

Ripartenza, ma troppo lenta

Nel documento l’associazione ambientalista, analizzando i dati Terna, fa il punto sulla diffusione delle rinnovabili in Italia.

Con 5,79 GW di nuove installazioni Fer nel 2023, si torna finalmente a crescere dopo 12 anni di basse installazioni, registrando un +5,1 GW rispetto al 2012 e un +2,6 GW sul 2022. Il fotovoltaico traina questa risalita con 5,23 GW di nuova potenza installata, seguito dall’eolico con un incremento di 487 MW.

I 5,79 GW di nuove installazioni rappresentano una crescita significativa, testimoniata dai primi dati del 2024 con un +52% di nuovo installato rispetto allo stesso periodo del 2023.

Tuttavia, non sono ancora sufficienti per raggiungere gli obiettivi del 2030. Stando alla media delle installazioni degli ultimi tre anni, il rapporto stima che, senza un’accelerazione, l’Italia raggiungerà i 90 GW di potenza rinnovabile del target 2030 solo nel 2046, con ben 16 anni di ritardo.

Le proposte di Legambiente

Da questa costatazione le sette priorità che Legambiente indica al governo Meloni:

1. Serve un testo unico sulle autorizzazioni per le energie rinnovabili, partendo dalla revisione delle norme attuali per semplificare gli iter autorizzativi e definire tempi certi.
2. Istituire una cabina di regia nazionale che, insieme alle Regioni, sia struttura di riferimento unica per imprese e cittadini.
3. Accelerare la definizione delle aree idonee per la realizzazione degli impianti di energia rinnovabile.
4. Seguire l’esempio della Francia, approvando una norma che obblighi la realizzazione di impianti fotovoltaici su parcheggi, coperture di supermercati e mercati, e su ex cave in disuso.
5. Istituire e regolamentare la partecipazione dei territori per renderli protagonisti informati della transizione energetica.
6. Elaborare un piano delle rinnovabili che traghetti l’Italia verso i 90 GW di nuove installazioni entro il 2030.
7. Rafforzare, con una norma ad hoc, il divieto di moratoria per Regioni e Comuni per evitare impedimenti che ostacolano la realizzazione di impianti rinnovabili, in linea con le sentenze della Corte Costituzionale.

I dati sui comuni

Sono solo 5 su 7.896 i comuni italiani senza impianti Fer.

Il 2023 è stato l’anno del solare fotovoltaico: 7.860 comuni (+560 rispetto al 2022) hanno installazioni FV, per una potenza complessiva di 30,2 GW.

Tra le grandi città, Roma ha aggiunto 4.890 impianti solari con 32,05 MW di potenza installata, seguita da Padova (1.918 impianti e 15,03 MW) e Ravenna (1.519 impianti e 11,07 MW).

Crescita più lenta per l’eolico, distribuito in 1.043 comuni, che soddisfa il 7,6% del fabbisogno energetico elettrico del Paese. Nel 2023 sono stati realizzati 101 nuovi impianti eolici in 61 comuni tra Puglia, Basilicata, Sicilia e Sardegna.

Dati positivi anche per l’idroelettrico, con 1.971 comuni (+398 rispetto al 2022) che hanno almeno un impianto per la produzione di energia elettrica. Nel 2023 sono stati realizzati 72 nuovi impianti, con un incremento di 30,89 MW.

Lieve crescita per i comuni che utilizzano impianti a biomassa, che sono 1.680 (+29 rispetto al 2022).

La geotermia è ferma, in attesa della realizzazione dei nuovi impianti a media entalpia già autorizzati.

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