Bassa la produzione da rinnovabili a settembre. Quanto è lontano il target 2030?

Per le rinnovabili uno dei peggiori mesi di settembre: solo 8,4 TWh, per il 31,2% della domanda elettrica. Nei prossimi 9 anni la produzione di eolico e solare dovrà crescere del 189%. Un'impresa da cominciare immediatamente.

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Anche i dati di settembre sulla produzione da rinnovabili ci ricordano il forte divario che abbiamo dagli obiettivi posti al 2030 soprattutto per le due fonti che dovranno dare la quasi totalità dell’apporto, fotovoltaico ed eolico.

Prima di evidenziare questo pesante gap, come ogni mese, forniamo i numeri forniti dal report di Terna (allegato in basso), che abbiamo in parte rielaborato.

A settembre la domanda di elettricità in Italia è aumentata dell’1,9% rispetto allo stesso mese di un anno fa, e con un’identica percentuale sul mese di settembre del 2019.

Le rinnovabili a settembre hanno coperto appena il 31,2% (ad agosto il 41,7%) della domanda, soprattutto per un sensibile calo dell’energia dal vento e dell’idroelettrico, come si può vedere dalla tabella curata di Terna.

Un livello così basso di produzione da rinnovabili (8,4 TWh) non si riscontrava a settembre dal 2016; anche nel 2015 e nel 2014 in questo mese la generazione di energia green era stata superiore. Tuttavia, è in leggera diminuzione anche il termoelettrico.

Dati per il periodo gennaio-settembre 2021

Nei primi nove mesi del 2021 la domanda di energia elettrica è aumentata del 6,2% rispetto al periodo gennaio-settembre 2020, l’anno delle lunghe chiusure causa Covid. Ma rispetto ai primi nove mesi del 2019 si registra un calo della richiesta dell’1,1%.

Le fonti rinnovabili hanno finora prodotto circa 90,6 TWh (+900 GWh circa sul 2020).

La quota delle energie rinnovabili è al momento pari al 37,9% della domanda di elettricità contro il 39,9% del 2020 e al 36,1% nello stesso periodo del 2019.

Rispetto alla produzione elettrica nazionale le fonti rinnovabili soddisfano invece il 43,8% del totale contro il 43,5% di un anno fa.

Nel grafico l’andamento della domanda di energia elettrica e della generazione di rinnovabili nei periodi gennaio-settembre, dal 2014 al 2021.

In questi nove mesi la produzione da eolico è cresciuta del 5,3% rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso; l’idroelettrico dello 0,9% e le bioenergie dell’1,9%.

In calo dell’1,4% la generazione da fotovoltaico (circa 21,5 TWh) che finora ha soddisfatto nel 2021 il 9% della domanda elettrica del paese; l’eolico per il 6,1%.

Insieme le due fonti, che hanno soddisfatto il 15,1% della domanda elettrica del paese, hanno generato 36,1 TWh (+400 GWh sullo stesso periodo 2020).

Un po’ superiore alle due fonti succitate è, a fine settembre, la produzione idroelettrica nell’anno: 36,7 TWh (+300 GWh sul 2020) per una copertura del 14,8% della domanda. La generazione da bioenergie è al 5,7% e la geotermia all’1,7%.

Eolico e fotovoltaico insieme hanno rappresentato finora il 39,8% di tutte le fonti rinnovabili, mentre l’idroelettrico è al 40,6%.

Come accennato all’inizio vale la pena ricordare che dal 2014 al 2021, cioè in 8 anni, l’incremento delle due fonti “non programmabili” è stato di appena 6,1 TWh, molto meno di 1 TWh/anno.

Sappiamo che nel 2020 avevano generato 44 TWh circa (dato che potrà essere solo leggermente superiore nel 2021). Per l’interno periodo 2014-2021 l’incremento è così stimabile in +20%.

Ma per arrivare all’obiettivo indicato dal Green Deal del 70-72% di rinnovabili sulla domanda elettrica al 2030, eolico e FV dovranno generare a fine decennio circa 130 TWh/anno. Questo gap che ci separa dalla meta, pari a 80-85 TW, dovrà essere coperto in appena 9 anni e richiederà, a partire da oggi, un aumento del 189% (2,8 volte l’attuale produzione).

Qualcosa di veramente complicato per un paese che ha ferme al palo le installazioni di solare ed eolico dal 2013 e che dovrebbe aumentare ogni anno la nuova potenza installata di almeno 5 GW, cioè sei volte di più di quanto stiamo installando negli ultimi anni.

Per essere ancora più chiari, dal 2022, in media, dovremmo installare ogni anno quasi quanto abbiamo fatto in otto anni, cioè per tutto il periodo che va dal 2013 al 2020.

Quindi, se vogliamo veramente decarbonizzare il nostro sistema elettrico, non a partire dalla seconda metà del decennio, ma da domani mattina, dobbiamo far partire immediatamente questo “cantiere”. Ogni rallentamento, ritardo o chiacchiericcio sarà colpevole.

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