Riscaldamento a legna, un’app a semaforo dirà quando utilizzarlo

L’Università Cattolica è capofila italiano del progetto BB Clean, approvato nell’ambito del programma europeo Alpine Space per promuovere le fonti rinnovabili nelle aree montane. Come utilizzare in modo sostenibile e consapevole le biomasse legnose per riscaldare gli edifici.

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Utilizzare in modo “sostenibile” e consapevole le biomasse per il riscaldamento nelle zone alpine.

Questo l’obiettivo del progetto BB-Clean, recentemente approvato nell’ambito del programma europeo Interreg Alpine Space, nella sezione dedicata allo sviluppo delle risorse a basso impatto ambientale (qui la lista completa dei singoli progetti accettati lo scorso aprile).

Capofila dell’iniziativa italiana è l’Università Cattolica, i cui ricercatori, si legge in una nota dell’ateneo, studieranno dei sistemi modellistici che indicheranno quando bruciare la legna in funzione delle diverse previsioni meteorologiche.

L’idea, infatti, è realizzare un’applicazione molto intuitiva e semplice da utilizzare, come un semaforo stradale, per segnalare se le condizioni ambientali sono adatte all’impiego delle biomasse legnose oppure se conviene ridurre il più possibile la combustione di queste risorse.

Come ha spiegato il coordinatore scientifico del progetto, Giacomo Giacosa, la legna è neutrale dal punto di vista della CO2, “dato che le emissioni di carbonio dovute alla sua combustione sono bilanciate esattamente dal carbonio rimosso dall’atmosfera dalle piante in vita con la fotosintesi, ma le combustioni di biomasse immettono nell’atmosfera tantissimo particolato, da 150 a 3.800 volte quello di una caldaia a metano, secondo il tipo di stufa impiegata”.

L’inquinamento, ha evidenziato Giacosa, si fa più intenso nelle zone montuose, “poiché l’orografia delle Alpi e il freddo favoriscono il ristagno a fondo valle e l’aria diventa più inquinata. Bisogna quindi rendere consapevoli abitanti e turisti di ciò che respirano. I francesi, per esempio, proporranno dei rilevatori individuali per mostrare ai cittadini cosa stanno respirando”.

Ogni partner del programma cercherà delle soluzioni innovative. Gli austriaci, aggiunge la nota dell’Università Cattolica, proporranno ad esempio di mettere dei filtri speciali alle stufe. Altri elaboreranno proposte normative da far adottare alle regioni dell’arco alpino, come la Regione Lombardia che già vieta di bruciare legna sotto 300 metri d’altitudine tutto l’anno.

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