Fotovoltaico: prezzi in picchiata, sovrapproduzione e grid parity

I 10 più grandi produttori di moduli FV potrebbero da soli soddisfare l'intera domanda mondiale. L'industria cresce più veloce della domanda e i prezzi in 6 mesi sono già scesi del 25%. Tempi duri per i piccoli, ma il fotovoltaico si avvicina alla grid parity e, quando sarà competitivo con le altre fonti, lo spazio di crescita non mancherà per nessuno.

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Eccesso di produzione, prezzi in picchiata e allora le condizioni per l’industrie si fanno più dure, ma la notizia buona è che la grid parity più vicina. Cosa succederà al mercato del fotovoltaico? I piccoli resteranno schiacciati dalla corsa a tagliare i costi di produzione, oppure, diventando il sole sempre più competitivo con le altre fonti, si creerà lo spazio per tutti? E’ interessante quel che sta succedendo in questi ultimi tempi nel settore, descritto bene dall’ultimo rapporto di Solarplaza.


La domanda di moduli FV, vi si legge, potrebbe essere soddisfatta solo con la produzione delle 10 aziende più grandi, mentre a livello mondiale sono circa 400 i produttori di moduli. Stiamo andando cioè verso una situazione di oversupply. Tra i motivi, come abbiamo spiegato diverse volte (Qualenergia.it, Il fotovoltaico mondiale frena: è l’effetto Italia), ci cono i rallentamenti dovuti ai tagli degli incentivi in mercati importanti come il nostro e quello tedesco che con una domanda che cresce meno in fretta rispetto alla produzione. Conseguenza, dell’eccesso di offerta (ma anche delle riduzioni degli incentivi): già nei primi sei mesi dell’anno il prezzo dei moduli fotovoltaici è sceso del 25%.


Dunque, prezzi in picchiata che mettono a dura prova l’industria, ma che fanno avvicinare la grid parity, ossia il momento in cui il costo del kWh da FV diventerà competitivo senza sussidi rispetto alle fonti convenzionali (che in verità non sappiamo mai con esattezza quanto siano sussidiate). A quel punto le potenzialità di crescita del mercato diventerebbero infinite. Ma ce la faranno i piccoli della produzione di moduli a non rimanere schiacciati dai 10 giganti, che da soli al momento sarebbero in grado di soddisfare la domanda mondiale?


Le ambizioni dei grandi e la loro capacità produttiva, si vede dal report, sta crescendo molto più veloce del mercato. Queste aziende, di cui 8 sono cinesi, hanno già capacità produttive dell’ordine di qualche GW ciascuna. Per dare un’idea, l’anno scorso in Italia, secondo mercato più grande del mondo, si sono installati circa 2,3 GW (vedi statistiche su Qualenergia.it, Le cifre dell’energia fotovoltaica). E hanno in progetto di crescere ancora: alcune anche aumentando la capacità produttiva del 100%, come ad esempio LDK Solar, che vuole passare da 1,6 a 3 GW. Premesso che capacità produttiva non si traduce automaticamente in produzione, viene comunque da chiedersi: la torta sarà grande abbastanza per lasciare una fetta a tutti?


La domanda, spiegano da Solarplaza, troverà una risposta solo nei prossimi anni. Se i prezzi continuano a scendere si creeranno nuovi mercati e dunque nuova domanda. Ma se l’industria continua a crescere a ritmi troppi rapidi rispetto alle richieste del mercato non si potrà evitare l’oversupply, che avrà come conseguenze una lotta al ribasso sui prezzi, riduzione dei margini di guadagno e, dunque, tempi duri per le aziende meno solide.


Quel che è certo è però che sul medio-lungo termine la salute dell’industria nel suo complesso sarà ottima. Se diversi e relativamente poco prevedibili sono i fattori che influenzeranno la domanda (prezzo del petrolio, incentivi, politiche in materia di emissioni), il parametro che invece si conosce è che i costi e, sperabilmente i prezzi, del fotovoltaico continueranno a calare. Quando questa fonte sarà competitiva con le altre senza sussidi (in Italia potrebbe succedere già nel giro di 3-4 anni, Qualenergia.it, Fra tre anni fotovoltaico meno caro dell’elettricità dalla rete e Fotovoltaico, è crollo dei prezzi. Quali effetti?), le prospettive di crescita saranno pressoché infinite: si pensi, ricorda Solarplaza, che le previsioni della International Energy Agency dicono che il solare fornirà il 10% dell’elettrictà mondiale nel giro di 10-20 anni e che attualmente siamo appena allo 0,5%. Non manca certo lo spazio per crescere senza che nessuno resti soffocato.

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