Germania, tagli in arrivo per le fonti rinnovabili?

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Tagli medi del 30% agli incentivi in arrivo per le rinnovabili tedesche. E' quanto emerge dalla bozza di un documento del ministero dell'Economia e dell'Energia che dovrebbe essere presentato mercoledì. Sembra concretizzarsi quanto previsto nel programma di Governo che continua la transizione energetica ma vuole contenere i costi.

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Tagli agli incentivi e limiti più stringenti alle installazioni in arrivo per le energie rinnovabili tedesche. E’ quanto emerge dalla bozza di un documento del ministero dell’Economia e dell’Energia, il cui contenuto è stato diffuso da Reuters nel week end e che dovrebbe essere presentato mercoledì alla cancelliera Angela Merkel.

Nel documento si prevede un taglio degli incentivi alle fonti rinnovabili del 30% in media entro il 2015, nell’ambito della nuova legislazione contro il ‘caro-energia’ che sarà approvata prima di Pasqua. La bozza riduce da 0,17 a 0,12 €/kWh l’incentivo medio in conto energia per tutte le fonti e abbassa a 2.500 MW l’anno il tetto di capacità incentivabile per l’eolico onshore e il fotovoltaico, mentre per l’eolico offshore è previsto un obiettivo di crescita di 6.500 MW al 2020.

(Aggiornamento 27 gennaio: i dettagli della bozza sono riassunti con chiarezza in inglese in questo post di German Energy Blog).

Avevamo parlato qui del programma in materia di energia del governo tedesco formatosi lo scorso autunno. Il documento stilato dalla coalizione a novembre mantiene la difesa del clima, la ‘Energiewende‘ (la svolta energetica verso le rinnovabili intrapresa dalla Germania, ndr) e l’uscita dal nucleare entro il 2022 come obiettivi fondamentali, ma cerca di contenerne i costi, nel timore di compromettere la competitività delle industrie tedesche.

Vi si rivede al rialzo l’obiettivo per le rinnovabili, ma si pone anche un tetto. Attualmente le rinnovabili sono circa al 25% del mix elettrico tedesco, l’obiettivo precedente era di arrivare al 35% al 2020 e almeno al 50% al 2030. I target definiti dalla coalizione del terzo governo Merkel sono invece 40-45% al 2025 e 55-60% al 2035.

Come detto, poi, si prevedono quei tagli ai costi che sembrano concretizzarsi nel documento del ministero dell’Energia diffuso in questi giorni. La legge tedesca per promuovere le rinnovabili, detta EEG, al momento costa in bolletta ai circa 20 miliardi di euro. L’accordo di coalizione prevede una riforma entro l’estate 2014, con l’obiettivo di passare, dopo il 2018, ad un sistema a bandi, previa verifica (attraverso un progetto pilota) della maggiore efficacia economica del nuovo sistema.

Vi si stabilisce che saranno abbassati gli incentivi per l’eolico a terra in varie regioni dove la produzione è già alta. Vi si ridimensionano le ambizioni sull’eolico in mare, per il quale verranno comunque estese le facilitazioni nell’accesso al credito: il target per il 2020 non è più 10 GW di potenza installata ma 6,5 GW (come ribadito dal documento del ministero dell’Energia), mentre l’obiettivo 2030 scende da 25 a 15 GW.

Rimarranno invece immutati – secondo il programma di coalizione – gli incentivi al fotovoltaico o, per essere più precisi, rimarrà inalterato il meccanismo di degressione delle tariffe, con l’adeguamento automatico in base a un “corridoio di sviluppo prefissato”. Le tariffe feed-in tedesche, ricordiamo, subiscono comunque riaggiustamenti periodici programmati, modulati in base all’andamento delle installazioni. La Germania al momento conta su circa 35 GW di potenza FV installata e si è data un tetto di 52 GW superato il quale gli incentivi cesseranno o verranno rivisitati completamente.

Intenzione della coalizione è mantenere la priorità di dispacciamento per le rinnovabili elettriche, ma i produttori da fonti pulite potranno subire riduzioni della potenza cedibile in rete – fino a un massimo del 5% della produzione annuale – senza nessuna compensazione economica.

Saranno riviste anche le esenzioni dal pagamento della componente in bolletta destinata alle fonti rinnovabili delle quali godono circa 2.300 aziende tedesche. Modifiche che hanno il fine di evitare che a livello europeo lo sgravio a favore dell’industria sia considerato un aiuto di Stato. Le esenzioni concesse alle industrie energivore tedesche saranno riviste in modo da essere legate a impegni di miglioramento dell’efficienza energetica da parte delle aziende beneficiarie.

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