Fingono di tagliare le bollette e fiaccano le rinnovabili

Il decreto 'Destinazione Italia' contiene due norme che dovrebbero ridurre le bollette, ma si dimostrano un altro attacco alle rinnovabili. Si punta anacronosticamente sul carbone del Sulcis, si stabiliscono nuovi oneri impropri sulle bollette e nulla si dice su come verrà utilizzato l’aumento della Robin Tax. Un capovolaro firmato Letta-Zanonato.

ADV
image_pdfimage_print

Gli incentivi alle rinnovabili sono sotto attacco e sono noti i reiterati tentativi di intervenire anche in maniera retroattiva sugli stessi. Troppo alti gli oneri che pesano sulle bollette elettriche pagate da cittadini e imprese, si dice dalle parti del Ministero dello Sviluppo Economico guidato da Zanonato, nelle stanze dell’Autorità, sulle pagine di tanti media. Inutile spiegare che quel che paghiamo in Italia è un prezzo (tra i 9 e i 10 miliardi di euro all’anno) – simile peraltro a ciò che si paga in Germania (in un mercato elettrico doppio del nostro quest’anno gli incentivi assommeranno a 20 miliardi di euro) – per rinnovare il sistema, ridurre importazioni e dipendenza dalle fossili, sostenere un settore che potrebbe davvero essere fondante di un nuovo sviluppo.

Gli attacchi continuano. E negli ultimi dieci giorni si sono raggiunte vette estreme: si tolgono soldi alle rinnovabili, si regalano al carbone e intanto le bollette elettriche di famiglie e imprese aumentano. Un capolavoro firmato Letta e Zanonato!

NO ALLE RINNOVABILI. L’antivigilia di Natale sulla Gazzetta Ufficiale viene pubblicato il decreto “Destinazione Italia” che contiene due norme che dovrebbero far “risparmiare” soldi sulle bollette. La prima – che si valuta intorno a 150 milioni all’anno – interviene sul prezzo minimo garantito ai piccoli impianti rinnovabili. Il concetto è “visto che gli diamo già gli incentivi a questi impianti perché anche il vantaggio di un prezzo minimo garantito”? Apparentemente potrebbe sembrare anche buon senso. Peccato che si interviene unilateralmente su un contratto stipulato in passato (e quindi in maniera retroattiva) e si mina per il futuro la possibilità di contare su quella garanzia in assenza di incentivi (da luglio scorso non ce ne è più su nuovi impianti fotovoltaici).

Secondo intervento previsto nel decreto, il cosiddetto “spalma incentivi”. Zanonato, respinto da Saccomanni sulla folle idea dei bond, prova a escogitare un meccanismo per cui volontariamente i proprietari di impianti da fonti rinnovabili dovrebbero accettare di vedersi ridurre gli incentivi su base annua allungandoli di 7 anni. E al Governo valutano che così si potrebbero risparmiare addirittura 700 milioni! Cifra su cui è legittimo nutrire più di un dubbio. Infatti di quei 700, circa 250 dovrebbero venire dal settore fotovoltaico il resto soprattutto da eolico. Ma non si capisce perché mai i primi dovrebbero accettare questa proposta , a meno che la cosa non risulti vantaggiosa per il proprietario e allora non ci sarebbe il risparmio. Per i secondi invece la “volontarietà” è teorica, infatti se non si aderisce alla proposta non si possono fare rifacimenti. Ma anche qui il risultato più probabile è che si rinuncerà a rifacimenti (e tra qualche anno inizieranno a vedersi impianti eolici abbandonati senza più manutenzione) e il risparmio in bolletta sarà intanto nullo.

SI AL CARBONE. Il paradosso è che nello stesso decreto una manina inserisce all’ultimo minuto una norma per cui si dà facoltà alla Regione Sardegna di bandire una gara per la realizzazione di una centrale a carbone nel Sulcis per usare quella schifezza che si ostinano a volere continuare ad estrarre accoppiandola alla fantomatica CCS (Carbon Capture and Sequestration) che nessuno sa come si debba fare. E come si finanzia questa brillante operazione? Con 60 milioni l’anno per 20 anni da prelevare appunto dalle bollette elettriche: totale 1,2 miliardi di euro! Probabilmente finirà nel nulla perché all’Unione Europea non sfuggirà il palese “aiuto di stato”. Ma intanto si continuano a prendere in giro i sardi (invece di puntare a una vera riconversione industriale di quell’area).

E INTANTO AUMENTANO LE BOLLETTE. Infatti se le due precedenti sono norme che riguardano comunque il futuro, la settimana scorsa l’Autorità per l’Enegia ha preso due decisioni in base a norme già approvate che hanno un risultato concreto, salato e immediato sulle nostre tasche. Ha infatti stabilito che vengano erogati al Tesoro i 300 milioni, che nell’assurda vicenda dell’abrogazione dell’IMU e della relativa copertura, il DL Fare di Letta aveva stabilito che venissero presi dalle bollette elettriche dei consumatori, vanificando così ogni possibile riduzione. A proposito di oneri impropri! E per completare la presa in giro il Governo non ha emanato il decreto attuativo con cui avrebbe dovuto dettagliare il modo in cui avrebbe usato l’aumento della Robin Tax (che aveva colpito anche le rinnovabili) per ridurre i costi dello smantellamento del vecchio nucleare ancora presente in bolletta. Dimenticanza che si traduce in altri 135 milioni da prelevare dalle bollette. Totale: 435 milioni da pagare tutti e subito. Altro che riduzioni!

AUGURIO. Per tutti noi è che se ne vadano presto. A partire dall’ineffabile Ministro Zanonato.

ADV
×