La ricetta per un’Italia che vada all’80% a energie rinnovabili

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Oggi ogni italiano emette in media 6,8 tonnellate di CO2 l’anno, ma entro il 2050 possiamo ridurre questa cifra a 0,5 tonnellate, tagliando i consumi del 32% e arrivando a soddisfarli per l'80% con fonti rinnovabili. Come ciò sia possibile lo mostra l'aggiornamento 2013 delle scenario energetico per l'Italia Energy [R]evolution di Greenpeace.

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Oggi ogni italiano emette in media 6,8 tonnellate di CO2 l’anno, entro il 2050 possiamo ridurre questa cifra a 0,5 tonnellate, tagliando i consumi del 32% e arrivando a soddisfarli per l’80% con fonti rinnovabili. Come lo mostra l’aggiornamento 2013 dello scenario energetico Energy [R]evolution (allegato in basso), realizzato da Greenpeace con il supporto tecnico dell’Istituto di Termodinamica del Centro Aerospaziale Tedesco (DLR) e la collaborazione di EREC (European Renewable Energy Council) e GWEC (Global Wind Energy Council).

Un documento che descrive due possibili futuri per il settore energetico nazionale: uno scenario di riferimento (proiezione di come evolverà il settore energetico se sviluppiamo gli indirizzi attuali) e uno, appunto, di “Energy [R]evolution”, ovvero un percorso per decarbonizzare l’economia italiana al 2050.

Questo secondo ambizioso scenario, se prevede investimenti consistenti, ripaga con benefici economici che vanno ad aggiungersi a quelli, enormi ma difficilmente quantificabili, su clima, ambiente e salute. Ad esempio un futuro energetico di questo tipo permetterebbe, secondo il report, di creare circa 20 mila nuovi posti di lavoro diretti nel 2020, cioè 27mila in più rispetto allo scenario di riferimento, che comporta una decrescita dei posti di lavoro. E, per parlare ancora di denaro, riferendoci al settore elettrico: se in media, da qui al 2050 dovremmo investire 4,1 miliardi di euro l’anno in più rispetto allo scenario di riferimento, i benefici della mancata importazione di fonti fossili garantirebbero un risparmio medio annuale di 9,5 miliardi.

La ricetta? Ingrediente base è l’efficienza energetica. Se nello scenario di riferimento la domanda di energia primaria dell’Italia (167 milioni di tonnellate equivalenti di petrolio al 2010), è destinata a rimanere fondamentalmente invariata, raggiungendo i 169 Mtep al 2050, nello scenario Energy [R]evolution, grazie all’introduzione e al potenziamento di misure di efficienza energetica su vasta scala, la domanda di energia primaria diminuirebbe, come detto, del 32%  fino a raggiungere i 113 Mtep al 2050.  Parlando di consumi finali (vedi grafico sotto), se lo nello scenario di riferimento calano del 3%, da 120 Mtep al 2010 a 116 Mtep al 2050, nello scenario auspicato si riducono del 37% rispetto ai livelli attuali fino a raggiungere 75 Mtep al 2050.

In parallelo alla riduzione dei consumi c’è la transizione dalle fossili alle rinnovabili. Per il settore elettrico si prevede la chiusura di tutte le centrali a carbone nel 2030, mentre alcune centrali a gas verranno mantenute per la stabilizzazione delle reti. Entro il 2050 lo scenario Energy [R]evolution prevede che il 95% dell’energia sia prodotta da rinnovabili, principalmente eolico, fotovoltaico e solare a concentrazione (vedi grafico sotto). Già al 2020 la percentuale di elettricità da rinnovabili potrebbe coprire il 46% del fabbisogno, e salire al 67% al 2030.

Quanto ci costerebbe tutto ciò? Inizialmente, cioè in una prima fase fino al 2020, l’incremento in bolletta previsto è di circa 0,3 €cent/kWh. Dopo il 2020, però a causa degli alti prezzi delle fonti fossili tradizionali e alla minore intensità di CO2 delle rinnovabili, i costi della generazione elettrica diventeranno gradualmente sempre più competitivi nello scenario Energy [R]evolution, tanto che al 2050 i costi sarebbero inferiori di circa 4,6 €cent/kWh rispetto a quelli dello scenario di riferimento. Un risparmio dovuto al fatto che nello scenario di riferimento una crescita incontrollata dei consumi, il costante aumento dei prezzi dei combustibili fossili e il costo delle emissioni di CO2 farebbero aumentare i costi della fornitura elettrica dell’Italia dagli attuali 32 Mld di € a oltre 61 Mld € nel 2050. Aumentare l’efficienza energetica e accrescere il contributo delle fonti rinnovabili permette invece allo scenario Energy [R]evolution di limitare l’aumento dei costi della bolletta elettrica dell’Italia a 42 Mld €, circa il 31% in meno rispetto allo scenario di riferimento.

Anche per i consumi termici – oggi circa il 45% circa dei consumi complessivi di energia in Italia – si prevede un passaggio massiccio alle rinnovabili, che oggi pesano appena per il 10% dei consumi termici, principalmente biomassa per il riscaldamento. Nello scenario Energy [R]evolution, le rinnovabili forniranno il 45% della domanda di energia termica al 2030, e l’88% al 2050, grazie al sostanziale contributo di biomasse, collettori solari termici e pompe d calore (vedi grafico sotto). Un risultato possibile solo grazie a misure di efficienza energetica che permettano di ridurre la domanda di energia termica di circa il 25%, arrivando a 37 Mtep al 2050. Per raggiungere questi risultati, si stima, servirebbe un investimento medio annuo di 7 miliardi da qui al 2050, contro i 4,5 miliardi annui dello scenario di riferimento.

Quarto pilastro della strategia, i trasporti, che oggi pesano per circa il 33% dei consumi. Anche qui efficienza prima di tutto: il contributo offerto dal potenziamento di trasporto pubblico, veicoli a basse emissioni e modalità efficienti di trasporto, come veicoli ibridi e a propulsione completamente elettrica, permetterebbe di ridurre i consumi del 37% rispetto allo scenario di riferimento nel 2050. Lo scenario Energy [R]evolution prevede poi che l’elettricità fornirà il 9% dell’energia necessaria al settore dei trasporti già nel 2030. La percentuale salirà al 44% nel 2050. Il contributo delle fonti rinnovabili al settore dei trasporti potrà così raggiungere il 27% nel 2030 e il 75% nel 2050.

Insomma, una roadmap ambiziosa ma non fantascientifica, se c’è la volontà politica di sostenerla. Da dove iniziare? Serve innanzitutto una cornice di obiettivi di medio-lungo termine capace di spingere rinnovabili ed efficienza energetica. Per questo, tra le diverse misure di politica energetica, Greenpeace chiede al governo italiano di sostenere in sede europea l’adozione di tre nuovi obiettivi vincolanti: almeno il 45% di energia finale prodotta da fonti rinnovabili al 2030 almeno il 55% di riduzione delle emissioni interne di gas serra al 2030 rispetto al 1990, secondo un percorso che dovrà portare a riduzioni del 80-95% al 2050 almeno il 40% di riduzione dei consumi attraverso misure di efficienza energetica al 2030 rispetto ai livelli del 2005.

Il report ‘Energy R[e]volution’ (pdf)

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