Nuove strade per gli incentivi a rinnovabili termiche ed efficienza energetica

Il conto termico e la riforma dei certificati bianchi sono da poco operativi e portano diverse novità per rinnovabili termiche ed efficienza energetica. C'è però ancora l'incognita sul futuro delle detrazioni del 55% e per promuovere l'efficienza restano ostacoli da rimuovere come quello dell'accesso al credito. Ne parliamo con Mauro Mallone del MiSE ai margini del convegno a The Innovation Cloud.

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Il conto termico per incentivare i piccoli impianti a rinnovabili termiche è da poco operativo. Da gennaio, per sostenere l’efficienza energetica è entrato in vigore anche il nuovo decreto sui certificati bianchi, mentre le detrazioni fiscali del 55%, che dovrebbero stimolare gli interventi di dimensioni più ridotte, sono confermate solo fino al 30 giugno, anche se si spera in una riconferma. Per spingere il risparmio energetico occorre però risolvere altri problemi, come quello dell’accesso al credito. Cosa bolle in pentola al Ministero? Abbiamo cercato di capirlo intervistando Mauro Mallone responsabile della divisione Sviluppo Sostenibile al Ministero dello Sviluppo Economico, tra i relatori del convegnoGli strumenti per l’efficienza energetica: conto termico e certificati bianchi, tenutosi nella seconda giornata di The Innovation Cloud.

Ingegner Mallone, sono freschi di approvazione due nuovi strumenti per promuovere l’efficienza energetica: il conto termico e i certificati bianchi, così come riformati dall’ultimo decreto, che ruolo potranno avere nel cammino verso gli obiettivi di riduzione dei consumi indicati nella Strategia Energetica Nazionale?

Certificati bianchi e conto termico peseranno per almeno il 45% di quei 15 Mtep che vogliamo risparmiare al 2020.

Il nuovo conto energia sta entrando nella vera fase operativa. Avete una sensazione di come sta reagendo il mercato? Quali sono i punti di forza del nuovo incentivo?

Credo che nell’arco di un paio di settimane sarà operativo il portale. C’è molta attesa nei confronti di questo strumento, confidiamo dunque che ci sia una buona probabilità di raggiungere quel tetto di spesa di 900 milioni. Il conto termico, infatti, è una novità assoluta. Ad esempio nel caso del solare termico l’incentivo viene erogato cash in 2-5 anni a seconda della taglia, mentre con le detrazioni fiscali il rimborso del 55% arriva in dieci anni. Altro punto di forza rispetto alle detrazioni, mentre queste erogano un incentivo “flat” uguale per tutte le tecnologie, il conto termico premia le prestazioni, spingendo al miglioramento tecnologico.

Altra misura entrata in vigore da poco è la riforma dei titoli di efficienza energetica o certificati bianchi. Quali sono le novità più importanti?

Sicuramente l’apertura a più soggetti che possono partecipare al meccanismo. Oltre ai soggetti obbligati, alle ESCO e agli energy manager nominati nelle aziende con più di 10mila tep di consumi, ora qualsiasi impresa, di qualsiasi dimensione e livelli di consumi che nomini un energy manager può accedervi.

Nel 2012 abbiamo assistito a prezzi dei certificati bianchi stranamente bassi, nonostante un’offerta limitata rispetto alla domanda. Perchè accadeva e cosa avete fatto per correggere questa situazione?

Altro aspetto molto importante della riforma è stato appunto, l’aver dato all’Autorità mandato di adeguare il rimborso tariffario per i soggetti obbligati, in modo che sia in linea con i prezzi del mercato. Il prezzo dei certificati, infatti, anche se ora si sta avvicinando al nostro obiettivo, prima era un po’ troppo basso per stimolare investimenti. Per far crescere il valore bisognava riconoscere ai soggetti obbligati un rimborso tariffario vicino al prezzo di mercato. Per semplificare: se il prezzo dei certificati sul mercato è maggiore del rimborso tariffario è chiaro che il soggetto obbligato sarà poco propenso ad acquistare sul mercato. Ora la situazione è cambiata e siamo sui 106-108 euro per certificato, in parte per la ridotta offerta dovuta al cambio di gestione e in parte data dall’indicazione data con il decreto.

Uno dei grossi tappi al giacimento dell’efficienza energetica è la difficoltà di far accedere agli incentivi soggetti come i condomini. A tal proposito ci sono diverse proposte, tra cui quella di Legambiente (vedi QualEnergia.it, ndr), che prevede anche di creare una nuova scheda di certificato bianco con coefficienti moltiplicativi tali da stimolare interventi di riqualificazione complessivi per gli edifici. L’avete valutata? Avete in cantiere idee in questo senso?

Abbiamo esaminato con attenzione la proposta di Legambiente. Da parte nostra c’è l’interesse a coinvolgere più soggetti possibili, senza però snaturare il meccanismo. Grazie al coefficiente di durabilità, per gli interventi dalla vita utile più lunga, vengono riconosciuti 3,36 titoli per ogni tep che fanno risparmiare. Nell’ottimo lavoro di Legambiente si prevede di introdurre per un edificio che sia localizzato a Bari un coefficiente moltiplicativo pari a 3: andremmo così a riconoscere a un intervento che fa risparmiare 1 tep quasi 10 certificati, una situazione un po’ paradossale. Noi vorremmo invece mantenere come filosofia quella di garantire un incentivo legato al risparmio effettivamente ottenuto. Che ci sia il problema di trovare modalità che incentivino interventi sugli edifici e in particolare sull’involucro è innegabile, bisogna però capire se il sistema dei certificati bianchi sia lo strumento giusto per farlo.

Un altro problema da affrontare, se si vuole promuovere l’efficienza energetica è quello dell’accesso al credito. Legambiente nella sua proposta parla di creare un fondo ad hoc per garantire credito agevolato. Dal sottosegretario all’Ambiente Tullio Fanelli recentemente è giunta la proposta di creare dei bond per finanziare l’efficienza. Al Ministero si sta pensando a qualche soluzione del genere?

Il tema di come facilitare il finanziamento di interventi di efficienza energetica coinvolgendo di più le banche è centrale, tanto che lo abbiamo inserito anche nella Strategia Energetica Nazionale. Dopo aver completato il conto termico e la riforma dei certificati bianchi, della quale stiamo stendendo le linee guida, una delle aree su cui stiamo lavorando è proprio quella della finanza per l’efficienza energetica. Abbiamo diverse idee che stiamo valutando, ma è troppo presto per parlarne.

Quel che farete ovviamente dipenderà anche dalla volontà del nuovo ministro Zanonato. Avete già avuto modo di confrontarvi con lui sui temi dell’efficienza energetica e in particolare sull’opportunità di riconfermare le detrazioni del 55%?

Sinceramente non ho ancora avuto la fortuna di avere questo confronto. Sul tema delle detrazioni fiscali la nostra posizione come ministero era comunque molto chiara, tanto che l’abbiamo inserita anche nella SEN: estenderle fino al 2020 con qualche leggera modifica. Confido che il nuovo ministro sia allineato su questa idea.

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