Quel mezzo milione di impianti fotovoltaici che nessuno aveva previsto

Nessuno poteva pensare qualche anno fa che nel nostro paese si sarebbe arrivati ad installare ad inizio 2013 oltre mezzo milione di impianti fotovoltaici. Il GSE lo ha certificato sabato 9 marzo. Una data che ricorderemo. Un percorso però segnato da obiettivi e scenari sempre sbagliati per difetto che dimostrano la scarsa capacità di programmazione.

ADV
image_pdfimage_print

Nessuno avrebbe mai immaginato, anche appena 3 o 4 anni fa, che nel nostro paese si sarebbe arrivati ad installare a inizio 2013 oltre mezzo milione di impianti fotovoltaici, per una potenza totale di più di 17 GW. Invece il GSE, sabato 9 marzo, ha comunicato che il numero di impianti ha superato la cifra di 500mila (510mila per la precisione). Ce la ricorderemo questa data.

Ripercorrendo la breve storia del FV in Italia, ricordiamo con un po’ di tenerezza il nostro entusiasmo al raggiungimento dei primi 100 MW. Erano 5 anni fa, il 14 aprile 2008, e gli impianti in esercizio erano poco meno di 10.000. Sicuramente una pietra miliare destinata a essere poi dimenticata una volta ottenuti altri traguardi.

A fine febbraio del 2010, appena 3 anni fa, veniva ufficializzato il raggiungimento di un’altra soglia psicologica, come si usa dire: il primo GW, con circa 70mila impianti FV installati.

Da quel punto in poi ci sarebbe stato un crescendo tumultuoso, segnato anche dalle ripetute critiche, soprattutto negli ultimi due anni, sull’eccessiva spesa per gli incentivi. Critiche ma anche tentativi di intralciare il settore, in parte riusciti, provenienti dalle utility e dai rappresentanti del settore energetico tradizionale. Anche alcune associazioni dei consumatori hanno cavalcato questa accusa, ma poi sembravano meno attente a stigmatizzare altri ingenti e storici oneri che pesano in bolletta.

Sta di fatto che, come tutti i settori tecnologici in rapida crescita, ci sono state luci ed ombre. Riteniamo comunque, alla fine, che per il paese nel suo complesso i benefici siano stati molto superiori ai costi. E di questo abbiamo spesso parlato su questo portale.

Forse una delle cause della confusa crescita di questo mercato è da ricercarsi anche nella mancanza di una vera programmazione e della palese divergenza tra obiettivi e misure (incentivi) messe in campo di volta in volta, con evidenti errori e superficialità (vedi il decreto “Salva Alcoa”). Obiettivi e soprattutto previsioni incredibilmente sbagliate per difetto che hanno portato a reagire un po’ alla giornata anche gli stessi operatori. Negli anni del conto energia non c’è stata mai una prospettiva di medio periodo che avrebbe permesso di fare investimenti più oculati e rendere la crescita del settore più equilibrata. Ma sappiamo che nei settori giovani questo è lo scotto da pagare.

Tanto per fare qualche esempio, pensiamo solo al position paper inviato a Bruxelles nel 2007 dal Governo italiano che aveva identificato un potenziale di 8,5 GW fotovoltaici entro il 2020. Gran parte degli operatori riteneva che questi obiettivi fossero già allora troppo bassi. Poi ricordiamo un grafico del GSE presentato in un convegno a Napoli nel marzo del 2009.

Come si può vedere, il GSE (basandosi sull’andamento del sistema incentivante in vigore, cioè del secondo conto energia), riteneva che nel 2016 si sarebbe potuti raggiungere 3.000 MW (obiettivo del DM 19/02/07) se la crescita fosse stata appena del 12% annuale. In uno scenario di crescita “moderato” (+20%/anno) si poteva arrivare a quasi 5.000 MW e in uno “avanzato” (+30%/anno), forse ad una potenza totale di poco superiore ai 7.000 MW. Nel 2012, secondo questo scenario GSE, l’obiettivo massimo raggiungibile sarebbe stato inferiore ai 3 GW. A fine anno 2012 avevamo invece superato i 16 GW!

Nessuna critica al GSE, ma questo grafico la dice lunga sull’incapacità da parte delle istituzioni ma anche degli esperti di capire e incanalare, nei limiti del possibile, l’evoluzione di una tecnologia in un mercato molto dinamico come quello italiano.

Era l’anno 2001 quando partiva il programma ministeriale “10.000 Tetti fotovoltaici”, con contributi a fondo perduto. La Germania già aveva lanciato la feed-in tariff, ma quel programma segnava comunque l’inizio del solare fotovoltaico e della generazione distribuita in Italia. Oggi siamo alla vigilia di un’altra fase, per certi versi incerta, ma quasi sicuramente non più dipendente dagli incentivi. Non si parte da zero, ma con un’esperienza importante alle spalle rappresentata proprio da questo mezzo milione e oltre di impianti FV.

 

ADV
×