Modello e risultati del car sharing elettrico parigino

A quasi un anno dall'introduzione del programma parigino Autolib siamo andati a vedere se sta funzionando, per tentare di fare previsioni, anche per l'Italia, sulla diffusione di questo modello di mobilità basato sul car sharing con veicoli elettrici. I risultati sono più che incoraggianti con circa 37mila utenti. Un articolo di Silvia Zamboni.

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Parla francese l’innovativo sistema di car sharing urbano completamente elettrico, Autolib, inaugurato a Parigi nel dicembre 2011. Il modello a cui si è ispirato, a partire dal nome, è quello di Velib, la fortunata formula di bike sharing che, proprio dalla capitale francese dove prese l’avvio nel 2007, è ormai assurto a must globale della mobilità urbana sostenibile. Cambiata la tipologia del mezzo, da bicicletta ad automobile, analogamente a Velib, Autolib consente il rapido prelievo di una vettura elettrica da una delle centinaia di stazioni sparse per la città, senza obbligo, a fine corsa, di riportare la macchina nel parcheggio di partenza.

A poco meno di un mese dallo spegnimento della prima candelina, è azzardato tentare di fare previsioni su una diffusione del modello Autolib paragonabile a quella del bike sharing. Una cosa però si può già dire: sulla base dei dati raccolti fino a oggi, la risposta da parte dei parigini (il 50% dei quali non possiede una macchina propria) è stata più che incoraggiante. Tanto che sono in molti a parlare di successo di fronte agli attuali 37mila utenti (13mila dei quali abbonati annuali), con un incremento costante di 1.200 nuovi aderenti ogni mese.

Per l’iscrizione sono richiesti solo il possesso della patente di guida e di una carta di credito per addebitare i costi. Considerati anche i 47 Comuni dell’Ile de France confinanti con Parigi che possono aderire al progetto (al momento l’hanno fatto in tre), si stima un potenziale di 4 milioni di utenti. A regime, sulla flotta elettrica a zero emissioni di Autolib si potrebbero spostare 200 milioni di chilometri oggi percorsi da auto con motore a combustione, e si libererebbero 15.000 posti macchina su strada. Un bilancio di indubbio interesse in termini di riduzione dell’inquinamento atmosferico e acustico e della liberazione di spazio pubblico stradale.

Da notare che nel petto di questo car sharing 100% elettrico batte un cuore made in Italy: le Blue Car che compongono la flotta sono sì fornite dal gruppo francese Bollorè, ma portano anche la firma di Pininfarina, che le ha disegnate, e sono prodotte da CECOMP, un’azienda con sede in provincia di Torino. L’elemento altamente innovativo di queste vetture è rappresentato dalle batterie LMP, prodotte dopo 15 anni di ricerca da due filiali del gruppo Bolloré, a Batscap in Bretagna e Avestor in Canada. Riciclabili al 100% stando alle dichiarazioni del costruttore, sono 5 volte più potenti di un’equivalente batteria convenzionale e richiedono 16 ore per la ricarica a una presa da 220 volt. L’autonomia dichiarata è di 250 chilometri nel ciclo urbano e di 150 in quello extra urbano, per una durata complessiva di vita stimata in 200.000 chilometri. La velocità massima che può raggiungere una Blue Car è di 130 km/h, oltre i quali scatta il blocco elettronico. Le vetture sono dotato di computer di bordo collegato a un sistema GPS. A giugno ne erano già disponibili quasi 1.800 (1.782 per l’esattezza); ed è previsto che a fine anno saliranno a 3.000.

La formula di noleggio che contraddistingue Autolib ricalca, come già detto, quella del bike sharing: il prelievo self-service della vettura avviene da una stazione automatica, con possibilità di restituire la macchina, a destinazione raggiunta, in un parcheggio diverso da quello di partenza. Per prelevare una vettura bastano un paio di minuti e altrettanti per riconsegnarla (vedi qui). Se prenotato in anticipo, a fine tragitto il parcheggio è garantito in una delle centinaia di stazioni di prelievo, la cui configurazione standard comprende quattro piazzole di sosta, colonnine di ricarica e, in alcuni casi, un posto-auto extra dotato di impianto per la ricarica elettrica anche di auto private.

L’elevato numero delle stazioni informatizzate (al momento ce ne sono in funzione 558, ma il progetto una volta completato ne prevede oltre 6.000) insieme alla collocazione a una distanza di progetto di 400 metri l’una dall’altra (inferiore a quella delle stazioni del metrò) consentono di effettuare rapidi spostamenti in macchina “go-and-stop”, prendendo e lasciando la macchina, anche per brevi percorsi. Per facilitare questa tipologia di uso, sono ammesse soste volanti fino a 15 minuti durante il tragitto che non vengono addebitate.

Costi: l’abbonamento annuale costa 144 euro, ossia 12 euro al mese, + 5 euro ogni trenta minuti di uso, quello mensile ne costa 30 + 6 euro ogni mezz’ora, l’abbonamento settimanale costa 15 euro + 7 euro ogni trenta minuti, quello giornaliero, infine, 10 euro + 7 euro ogni trenta minuti. Sono disponibili anche  abbonamenti annuali per famiglie o gruppi di utilizzatori “consorziati” (fino  a 4):  costano 165 euro con incluse 16 ore di uso prepagato, utilizzabili dai sottoscrittori; oltre le 16 ore si pagano 0,25 centesimi al minuto. Nessun extra costo è previsto per giovani neo patentati, che stanno aderendo in gran numero al car sharing elettrico. Alle aziende sono proposte specifiche formule di abbonamento annuale di varia taglia che consentono a più dipendenti di utilizzare la flotta Autolib per un determinato numero di ore mensili senza costi aggiuntivi. In questo modo l’impresa può scegliere di investire le proprie risorse nel suo core business anziché in una flotta aziendale di proprietà.

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