CEI 021, danni economici e blocco per migliaia di impianti FV

La delusione e la disperazione di molti installatori e operatori del settore fotovoltaico. Migliaia gli impianti non potranno essere allacciati in tempi brevi, quindi chissà con quali tariffe incentivanti, per la carenza sul mercato dei sistemi di protezione d'interfaccia richiesti dalla normativa CEI 021 entrata in vigore dal 1° luglio.

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In questi giorni raccogliamo il disagio di molti addetti del settore fotovoltaico per le difficoltà legate non solo al V conto energia e ai ritardi nell’allaccio alla rete da parte dei gestori, ma anche per l’impossibilità di soddisfare gli obblighi previsti dalla normativa tecnica CEI 021 per la connessione, vista la scarsa offerta di prodotti sul mercato.

Ecco una lettera di un installatore del fotovoltaico: “Scrivo a titolo personale, come appassionato del mio lavoro nel settore delle rinnovabili e imprenditore ormai tradito dal sistema-Paese. Ormai il nostro settore è fortemente compromesso, la politica miope (anzi non lungimirante, ma non per il bene del Paese ma a favore di poche lobby) del nostro Governo ha finalmente decretato la fine del settore, non tanto per la forma di incentivazione, che magari potrebbe anche essere comprensibile, ma piuttosto per l’oggettiva situazione di impossibilità di accesso alla rete. L’avevamo descritta come “la tempesta perfetta” e si è avverata, ma gli effetti saranno devastanti, gli impianti in questo momento non vengono allacciati e migliaia di dispositivi devono essere buttati perché per poter procedere agli allacci sono necessari dispositivi introvabili sul mercato (protezioni interfaccia CEI 0-21) che forse saranno disponibili a settembre. Il problema è che a settembre non ci arriviamo o se ci arriviamo avremo una quantità di cause intentate nei nostri confronti che forse e meglio pensare di sparire dalla circolazione prima. Non è neppure possibile fare nuove domande di connessione in quanto il portale Enel è continuamente in blocco. Il Governo, l’Autorità, il comitato CEI hanno definito in modo categorico la nostra fine. Stavolta non ci sarà più la possibilità di rialzarsi se non per alcuni grandi gruppi che possono ‘trattenere il fiato’. Bravi, complimenti, alla fine ci siete riusciti a cancellare anche questo settore e a decretare che l’Italia non ha veramente speranze”.

Un’altra lettera di un operatore arrivata alla nostra redazione: “Sono un vostro lettore installatore della provincia di Pescara. Ho un piccolo impianto da 10 kWp che è rimasto bloccato a causa della totale assenza di interfacce Cei 021, pur avendo consegnato la fine lavori in tempo utile per l’allaccio (la scadenza era il 29/06). Ho contratto un prestito per realizzare l’impianto e ora mi sento dire che la disponibilità per le dannate interfacce è per metà settembre, ovvero per quando sicuramente non ci sarà più disponibilità di fondi. Enel non rispetta i tempi e io perdo l’incentivazione. Abbiamo costi enormi per l’adeguamento e nessuno dice nulla? Possibile che l’Autority non possa fare un regime transitorio per chi ha consegnato la fine lavori in tempo utile per l’allaccio entro giugno? Stanno rovinando migliaia di persone …”.

Questo è il tenore di altre decine di lettere che arrivano alla nostra redazione, di installatori alla ricerca di soluzioni e che confrontano le loro problematiche sul web e sui gruppi di social network dedicati agli addetti ai lavori. Due appelli, due grida che valgono per tante altre e illustrano una situazione che definire caotica o surreale è un eufemismo.

Ci sono oggi migliaia (!) di impianti fotovoltaici che non potranno essere allacciati in tempi brevi e chissà quando e con quali incentivi (se mai li avranno, vista la prevedibile vita ridotta del V CE) a causa dell’obbligo di connessione per impianti superiori ai 6 kWp con sistemi di protezione d’interfaccia secondo la normativa CEI 021 scattato dal 1° luglio (in base alla delibera dell’Autorità per l’Energia e il Gas n. 84/2012.).

Ne avevamo già parlato sul portale Qualenergia.it qualche settimana fa (Connessione alla rete del FV: la norma della discordia) e oggi si segnalano già ingenti danni economici per centinaia di operatori e di beneficiari degli impianti, con il rischio che la norma diventi anche retroattiva per gli impianti già allacciati prima del 30 giugno.

Se i produttori di inverter sono riusciti, almeno in parte e non senza perdite economiche, ad adeguarsi alla nuova normativa – visto che hanno dovuto mettere fuori dal mercato alcuni prodotti ormai obsoleti secondo le nuove disposizioni – migliaia di installatori sono stati ovviamente meno reattivi alla novità, peraltro definita con chiarezza solo a giugno (vedi seconda edizione norma CEI 021). Questi ora non trovano più sul mercato i nuovi dispositivi per la connessione e diversi inverter non sono aggiornabili. Si dice che il rapporto tra offerta e domanda è di 1 a 10, alcuni parlano anche di 1 a 30, alla luce anche dell’accelerazione delle installazioni degli ultimissimi mesi.

Un caos totale che oltre ad aver portato a gettare al vento molto denaro per l’acquisto di dispositivi non più utilizzabili, sembra studiato ad arte per mettere in difficoltà un settore già provato dal rapido ribasso dei prezzi e dai contenuti del V CE. Se la norma ha una sua validità e necessità legata alla stabilità della rete e della produzione degli stessi impianti FV (era forse meglio applicarla solo per gli impianti sopra i 20 kW), la sua modalità di attuazione è perlomeno sciagurata.

Quello che serve ora, e che stanno chiedendo all’Autorità alcune associazioni di categoria, è una proroga di due o tre mesi in modo da congelare la situazione e rendere comunque disponibili gli incentivi del quarto conto energia a coloro che hanno completato i lavori. Una soluzione che comunque ha le sue controindicazioni che vedremo nei prossimi giorni, ma che forse a questo punto sarebbe il male minore.

Chiediamo agli operatori di segnalarci nell’area commenti i problemi che stanno riscontrando riguardo questo aspetto e ai ritardi di connessione con il Gestore di rete che sappiamo stanno diventando sempre più gravi.

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