Il decreto rinnovabili termiche prende forma

Conto energia termico anche per i privati per solare termico, caldaie a biomasse e pompe di calore. Incentivo iper-semplificato per taglie e domande a numero chiuso per un tetto di spesa di 700 milioni/anno. E' l'ultima bozza dell'attesissimo decreto sulle rinnovabili termiche, che in questi giorni sta finalmente prendendo forma.

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Di che essere impazienti ce n’è: lo si attende da fine settembre 2011, ma il decreto che deciderà i nuovi incentivi sulle rinnovabili termiche ancora non esiste. Eppure sia il Governo che l’Autorità per l’energia in questi mesi hanno sottolineato più volte la necessità di puntare di più sulle termiche e sull’efficienza energetica, soprattutto come argomento per giustificare la brusca frenata imposta alle rinnovabili elettriche dai decreti sul conto energia fotovoltaico e le altre. Anche da Bruxelles, assieme alla secca bocciatura dei decreti su FV ed elettriche, qualche settimana fa è arrivata la critica alla mancanza dei nuovi sistemi di sostegno per le fonti rinnovabili nel settore del riscaldamento e raffreddamento. Cosa si aspetta?

La buona notizia è che il decreto sulle termiche è in lavorazione e che – diversamente da quanto accaduto per i decreti sulle elettriche – i ministeri stanno consultando le associazioni del settore. Insomma, il decreto termiche inizia a prendere forma. Come sarà? E quando arriverà? Il decreto, si dice, difficilmente sarà pronto prima di settembre. Per come sta prendendo forma ha aspetti positivi, ma anche grosse criticità (vedi bozza in allegato). Prima fra tutte il numero chiuso per le domande. Non saranno infatti accettate domande oltre il superamento di un tetto di spesa annuo di 700 milioni di euro: per alcuni interventi molto impegnativi questo potrebbe essere fatale, rendendo impossibile accedere a un finanziamento in mancanza della certezza di accedere all’incentivo.

La novità positiva più importante è invece che i nuovi incentivi, almeno per alcune tecnologie, saranno destinati anche ai privati. La versione precedente infatti limitava fortemente la platea dei beneficiari, escludendo dal conto energia tutti i soggetti privati, per evitare una sovrapposizione con le detrazioni del 55%.

Nella versione attuale le tecnologie incentivate si dividono in due categorie. Per solare termico, caldaie a biomassa, pompe di calore geotermiche e scaldacqua a pompa di calore, il nuovo “conto energia termico” varrà sia per i privati che per le amministrazioni pubbliche.

È in realtà un conto energia improprio alquanto semplificato: si dà un incentivo fisso per un numero definito di anni in base alla taglia dell’impianto, secondo diverse classi. Così per esempio un impianto solare termico da 1 a 5 mq avrebbe diritto a 480 euro l’anno per 2 anni, uno che va da 50,1 a 90 mq prenderebbe invece 4.500 euro l’anno per 5 anni. Per altri impianti, come le caldaie a biomassa e le pompe di calore, l’incentivo è modulato anche in base alla zona climatica di installazione.

A parte l’entità degli incentivi – che i commenti non ufficiali raccolti dalle associazioni giudicano assolutamente insufficienti a promuovere molte tecnologie – questo sistema, se ha il pregio della semplicità, ha il limite di incentivare con lo stesso importo impianti con produzione e costi ben diversi: come detto, un impianto solare da 1 mq prenderebbe gli stessi soldi di uno da 5 mq, mentre uno da 5,1 mq prenderebbe quasi tre volte tanto.

Gli incentivi, ricordiamo poi, non valgono per quegli impianti installati per coprire l’obbigo per gli edifici nuovi o ristrutturati (Qualenergia.it, I nodi irrisolti dell’obbligo rinnovabili negli edifici ). Solo la quota eccedente all’adempimento dell’obbligo sarà incentivabile: un conteggio che potrebbe essere difficile da fare.

I privati restano invece esclusi dall’incentivo in questione per una seconda categoria di interventi – gli interventi di coibentazione, la sostituzioni di infissi, l’installazione di sistemi di schermatura e ombreggiatura e le caldaie a condensazione. Qui il conto energia termico dura 5 anni per tutti gli interventi ma resta destinato solo ai soggetti pubblici. Come incentivo per questi interventi ai privati rimangono dunque solo le detrazioni fiscali spalmate su dieci anni, attualmente del 55%, ma che, secondo il decreto sviluppo, saranno ridotte al 50% e, soprattutto, sono confermate solo fino ai primi 6 mesi del 2013.

La bozza del decreto rinnovabili termiche nella sua versione più recente (pdf)

 

 

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