Rinnovabili e sistemi di accumulo, un futuro promettente

Nei prossimi 5 anni i sistemi di accumulo dell'elettricità, soprattutto le batterie, avranno notevoli riduzioni di prezzo e una diffusione sempre maggiore. Lo prevede un report di Bloomberg New Energy Finance. Una buona notizia per le rinnovabili non programmabili, che ne gioveranno in competitività sul mercato elettrico.

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Da oltre 1000 $ a 600 $/kWh, tanto si prevede calino di prezzo nei prossimi 3 anni le batterie agli ioni di litio di dimensioni da rete elettrica. Sono buone notizie per la competitività delle rinnovabili aleatorie e intermittenti quelle che arrivano da un report sui sistemi di accumulo elettrico presentato da Bloomberg New Energy Finance in questi giorni.

Il ruolo degli accumuli nelle reti nei prossimi anni sarà sempre maggiore, prevede la società di consulenza, e questo favorirà ulteriormente la crescita di fonti energetiche discontinue e non programmabili, quali appunto diverse fonti rinnovabili, ad esempio eolico e fotovoltaico, rendendole più competitive sul mercato elettrico.

Per far capire meglio: con una turbina eolica o un campo fotovoltaico non si hanno costi maggiori per produrre un kWh in più, dato che producono quando c’è vento e sole e gratuitamente; per una centrale a turbogas o ad altri combustibili, diversamente, ogni kWh prodotto in più ha un costo. Se non si dovessero sostenere i costi per accumulare l’energia in eccesso, il solare e l’eolico sarebbero molto più competitive perché permetterebbero di accumulare l’energia gratuita in eccesso e rimetterla in rete nei momenti di maggior richiesta, quando in genere viene pagata di più.

Ma al momento l’uso di sistemi di accumulo è limitato proprio dai costi. Tuttavia il report di Bloomberg prevede che i prezzi delle tecnologie di accumulo nei prossimi 5 anni caleranno in maniera significativa. A quel punto sempre più spesso converrà accumulare l’elettricità in eccesso fornita da fonti non programmabili con costi marginali per kWh nulli, per immetterla in rete nei picchi di domanda rispetto a far produrre impianti programmabili.

Un calo molto netto ci sarà con probabilità nel settore delle batterie. Come detto, per quelle a ioni di litio si stima una riduzione dagli oltre 1000 $/kWh attuali a 600 $ nel giro di 3 anni. Un’evoluzione spinta dall’industria dell’auto elettrica che con la crescita della capacità produttiva delle batterie da utilizzare sui veicoli, favorirà il calo del prezzo anche di quelle da usare sulla rete elettrica.

Riduzione dei costi e maggior diffusione sono previsti anche per altre tecnologie di accumulo, come i nuovi sistemi a volano e i pompaggi idroelettrici (ossia la pratica in uso anche nella rete italiana, di usare l’elettricità in eccesso per pompare in salita acqua nei bacini idroelettrici per farla poi scendere, producendo energia, nei momenti di fabbisogno).

Nel complesso lo studio, che si focalizza sul mercato elettrico britannico, prevede che i sistemi di accumulo saranno in grado di coprire in modo economicamente conveniente nel 2014 la domanda di riserve “veloci” e nel 2017 le riserve a “breve termine”, due servizi di cui la rete britannica ha bisogno per mantenere la stabilità. Già dall’anno prossimo, poi, secondo Bloomberg NEF, per i grandi consumatori di energia usare sistemi di accumulo per gestire anche i prezzi dell’elettricità potrebbe essere conveniente economicamente.  

Nel 2020 la previsione è che – se si risolveranno alcuni ostacoli normativi – i sistemi d’accumulo potranno raggiungere una diffusione molto ampia, ed essere installati soprattutti nei pressi di parchi eolici o fotovoltaici. Uno scenario che permetterà di accelerare ancora di più lo sviluppo delle fonti rinnovabili.

 

Photo credit: http://www.flickr.com/photos/7256807@N08/

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