Il 2011 del fotovoltaico, una salute solo apparente

Come sta andando il mercato del fotovoltaico italiano e che prospettive ha davanti? Il 2011 sarà un anno record in quanto a installazioni. "Ma si tratta di una situazione di salute solo apparente: c'è già un cancro che si sta sviluppando", continuiamo il nostro giro di interviste con Gianni Chianetta, presidente di Assosolare.

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Come sta andando il mercato del fotovoltaico italiano e che prospettive ha nei prossimi mesi? Continuiamo la nostra serie di interviste con gli esperti del settore. Oggi parliamo con Gianni Chianetta, presidente di Assosolare.

Chianetta, come descriverebbe la fase attuale del mercato fotovoltaico italiano?

Il 2011 sarà stato ovviamente un grande anno per l’Italia in quanto a installato annuale, comprendendo anche gli impianti rientrati nel cosiddetto salva-Alcoa, realizzati nel 2010 ma connessi nel 2011. L’Italia sarà con ogni probabilità il più grande mercato al mondo. Ma si tratta di una situazione di salute solo apparente: c’è già un cancro che si sta sviluppando ed è quello partito con la legge di recepimento della direttiva europea del 2009 sulle rinnovabili (il d.l. 3 marzo 2011 , n. 28, ndr), che ha dato uno stop di fatto agli impianti su terreni agricoli e poi con il quarto conto energia che ha abbassato le tariffe in maniera significativa. Beninteso: anche noi come associazione eravamo a favore di una riduzione dei premi, ma credo che si sia esagerato, arrivando a tagli attorno al 40% rispetto al 2010. Questo ha fatto sì che tantissime aziende siano fallite o siano dovute ricorrere alla cassa integrazione. Dopo l’accelerazione, prima dell’entrata in vigore del registro grandi impianti, ad agosto, in questi ultimi mesi del 2011 il mercato è rallentato e vivrà una drastica riduzione nel 2012. A pesare, oltre al nuovo conto energia, c’è la crisi finanziaria, che rende difficile l’accesso al credito e il fatto che i cambiamenti retroattivi alla normativa introdotti nel 2011 hanno minato la fiducia degli investitori nei confronti del nostro paese.

Il peso degli incentivi alle rinnovabili sulla bolletta è stato un argomento al centro del dibattito in questo ultimo anno. Anche in questi giorni sui giornali si leggono gli attacchi di Confindustria al fotovoltaico e alle altre tecnologie pulite, accusate di far lievitare i costi dell’energia …

A me sorprende che chi rappresenta gli interessi dell’industria si lanci con tanto vigore contro un settore che contribuisce notevolmente al Pil del paese. Sembra che si pensi esclusivamente all’interesse di un comparto. Tutto questo senza che sia mai fatta un’analisi accurata di cosa pesa veramente nelle bollette di cittadini e aziende. Come abbiamo mostrato più volte nelle varie audizioni al Senato o alla Camera, pesano molto in bolletta voci che non hanno nulla a che fare con le rinnovabili, come le false rinnovabili incentivate col Cip 6, i costi per il nucleare, ecc.

La proposta che periodicamente viene ripresentata è reperire le risorse per le rinnovabili dalla fiscalità generale anziché dalle bollette. Cosa ne pensate?

Siamo contrari. C’è una congruità nell’incentivare le rinnovabili tramite la bolletta. Stiamo parlando di energia elettrica pulita ed è giusto che gli incentivi restino nel sistema relativo all’energia. Spostare gli incentivi sulla fiscalità generale inoltre li farebbe dipendere dal budget dello Stato, rendendoli vulnerabili a possibili tagli in tempi di crisi, e questo darebbe grande sfiducia.

Nel 2012 il fotovoltaico supererà quel tetto indicativo di spesa di 6-7 miliardi annui. Se si dovessero riformare gli incentivi al fotovoltaico voi che proposte fareste?

Il conti energia come meccanismo è corretto. È giusto che vengano date premialità a quei segmenti che vanno sviluppati per il futuro. Mi dispiace che nell’ultima versione siano stati tolti gli incentivi che premiavano la ‘prevedibilità’ che avrebbero stimolato più efficacemente lo sviluppo degli accumuli. Dove andrei ad intervenire nel conto energia è su quei punti che già avevamo individuato come critici: il registro dei grandi impianti ad esempio è stato un notevole freno. Altro problema: nel 2013, quando si parla di riduzione delle tariffe (che sarà proporzionale al superamento di determinati limiti di spesa, ndr) non viene fissato un tetto minimo, come invece avviene in Germania: questo rende assai difficile per le banche concedere dei finanziamenti. Questo problema non si ancora affrontato e andrebbe corretto prima che si manifesti nel 2013.

 

Qui trovate le interviste precedenti nel nostro giro di opinioni: con Paolo Rocco Viscontini, amministratore delegato di Enerpoint,  con Francesco Salomone di Elettro Sannio, con Valerio Natalizia, Presidente del GIFI e con Filippo Levati, presidente del Comitato Ifi

Qui la raccolta di tutti gli articoli di Qualenergia.it sul quarto conto energia, sono divisi in due sezioni: normativa e analisi.

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