La potenza della bici contro la CO2

Se in Europa tutti iniziassero a usarla quanto i danesi, da sola la bicicletta basterebbe per coprire più della metà dell'obiettivo 2020 sulla CO2 nei trasporti. Raddoppiandone l'uso, farebbe risparmiare fino a 54 milioni di tonnellate di CO2 l'anno. La bici è tra le soluzioni più efficaci e cost-effective nel tagliare i gas serra, mostra un nuovo report.

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Le soluzioni migliori sono quelle che già esistono ma sono sottoutilizzate. Il concetto appare abbastanza ovvio, ma spesso non viene considerato. Ad esempio, nella riduzione delle emissioni nei trasporti, mentre si attendono i benefici che potranno portare in futuro i mezzi con motorizzazioni alternative, come le auto elettriche o a idrogeno, si trascura ampiamente il contributo che può dare già ora una tecnologia vecchia di quasi due secoli ma che rimane tra le più efficienti ed ecologiche.


Stiamo parlando della bicicletta. Se in Europa tutti iniziassero ad utilizzarla per spostarsi quanto la usano i danesi, da sola la bici basterebbe per coprire più della metà dell’obiettivo Ue 2020 sulla CO2 nei trasporti:  darebbe dal 64 al 144% di quella riduzione del 10% delle emissioni rispetto ai livelli del 2005. Un contributo determinante anche per la riduzione della CO2 in generale: vorrebbe dire tagliare tra 62 e 139 milioni di tonnellate di CO2 cioè tra il 5 e il 12% dell’obiettivo Ue 2020 (-20% rispetto ai livello del 1990).


Sono le stime fornite da un report appena pubblicato dalla European Cyclist’s Federation  (vedi allegato). Nello studio si quantifica la carbon footprint, ossia l’impronta in termini di emissioni, degli spostamenti in bici e la si confronta con quella delle altre modalità di trasporto. Lo si fa con un life cycle assessment che considera sia le emissioni provocate dalla produzione di bici, pneumatici e quant’altro che quelle legate alla produzione del cibo che dà energia al ciclista. Ne emerge che per ogni chilometro percorso in bici si hanno un decimo delle emissioni che per un chilometro percorso in auto, un po’ più alte ma paragonabili a quelle delle bici normali anche le emissioni delle biciclette elettriche.


A partire da questi dati si stima appunto quanto l’utilizzo della bici in sostituzione ad atri mezzi negli spostamenti quotidiani possa fare per ridurre le emissioni. I trasporti, ricordiamo, pesano per circa un quarto del totale delle emissioni europee (solo quelli su strada un quinto) ma soprattutto sono l’unico settore in cui la CO2 continua ad aumentare: se dal 1990 al 2007 le emissioni dagli altri settori sommati sono calate del 15%, nei trasporti sono invece aumentate del 36%. Per raggiungere l’obiettivo al 2050 proposto dalla Commissione europea – tagliare le emissioni dell’80-95% rispetto ai livelli del 1990 – le emissioni nei trasporti dovrebbero arrivare a una riduzione del 60% nello stesso anno (si veda il White paper europeo).


Dal report emerge che una fetta, dal 14 al 31%, di questo obiettivo potrebbe essere raggiunta semplicemente se in Europa si utilizzasse la bici quanto la si usa in Danimarca. In questo scenario, i chilometri percorsi annualmente in bici nel vecchio continente passerebbero dai 94 miliardi attuali a 481 miliardi e creerebbero un risparmio in termini di emissioni da 63 a 142 milioni di tonnellate di CO2 l’anno.


Ovviamente è difficile immaginare che in tutto il continente si arrivi ad usare la bici a livelli danesi, ma anche un obiettivo più modesto darebbe grandi vantaggi:  raddoppiando i chilometri percorsi in bici e arrivando così ad avere il 15% degli spostamenti (contro l’8% attuale) coperti a pedali, nell’Ue si risparmierebbero tra i 24 e i 54 milioni di tonnellate di CO2. Questo, beninteso, non significa affatto che gli europei dovrebbero diventare dei Cunego o degli Evans: la bici coprirebbe sempre comunque distanze minime. Le statistiche (fonte Consiglio europeo dei ministri dei trasporti 2004)  mostrano infatti che il 30% dei viaggi su mezzi a motore sono sotto ai 2 km e il 50% sotto ai 5 km, distanze dove la bici è veramente competitiva con i mezzi a motore.


Insomma la bici può fare veramente molto per ridurre le emissioni e, cosa importante, può farlo a costi nemmeno paragonabili con altre soluzioni per ridurre le emissioni nei trasporti, come potenziare i trasporti pubblici o promuovere le auto meno inquinanti. I costi di investimento sono infatti trascurabili rispetto ai benefici che l’uso della bici dà: oltre alla riduzione della CO2, un enorme risparmio in termini di costi sanitari – perché chi pedala si mantiene più sano e fa meno incidenti – di traffico e inquinamento. Per ogni chilometro percorso in bici anziché in auto, stima uno studio dell’Università di Vienna (Trunk G., Gesamtwirtschaftlicher Vergleich von Pkw- und Radverkehr. 2011) la collettività risparmia in costi indiretti quasi un euro (97 centesimi) e al livello di uso attuale la bici sta facendo risparmiare all’Europa 91 miliardi di euro l’anno.


Insomma, puntare sulla bicicletta converrebbe non poco all’Europa. Al momento però non sembra che queste potenzialità siano chiare alla Commissione: per le infrastrutture legate a questo mezzo di trasporto dal 2007 al 2013 – fa notare ECF – sono stati stanziati 600 milioni di euro, lo 0,7% degli 82 miliardi stanziati per i trasporti in generale.

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