Emissioni UE. Crescono nel 2010. Indietro l’Italia

CATEGORIE:

L’Unione Europea può ancora raggiungere l’obiettivo di riduzione delle emissioni fissato dal Protocollo di Kyoto. Nonostante un aumento del 2,4% nel 2010, nel complesso le emissioni all’interno dell’UE sono diminuite del 15,5% rispetto al 1990. Le prime stime dell’Agenzia europea dell’ambiente (AEA).

ADV
image_pdfimage_print

L’Unione Europea è ancora sulla buona strada per conseguire l’obiettivo di riduzione delle proprie emissioni di gas a effetto serra fissato dal protocollo di Kyoto, nonostante un aumento delle stesse del 2,4% nel 2010, rispetto al 2009 (con un margine di errore pari a +/- lo 0,3%), dicono le prime stime dell’Agenzia europea dell’ambiente (AEA). L’aumento del 2010 segue un calo del 7% nel 2009, dovuto principalmente alla recessione economica e all’incremento della produzione da rinnovabili.

L’incremento del 2,4% è probabilmente invece causato dalla ripresa economica verificatasi in molti paesi, nonché a un maggiore fabbisogno di riscaldamento generato da un inverno più rigido. Tuttavia, il passaggio dal carbone al gas naturale e la crescita sostenuta della produzione di energie rinnovabili hanno consentito di arginare l’aumento di queste emissioni. Nel complesso, le emissioni all’interno dell’UE sono diminuite del 15,5%. 

Nell’UE15 le emissioni sono diminuite del 10,7% rispetto ai livelli dell’anno di riferimento (nella quasi totalità dei paesi è il 1990), attestandosi ben al di sotto dell’obiettivo collettivo di riduzione fissato all’8% per il periodo compreso tra il 2008 e il 2012.

I paesi che risultano indietro nel raggiungimento dei propri obiettivi sono Austria, Italia e Lussemburgo, che dovranno compiere sforzi maggiori per garantire il rispetto degli impegni assunti, contribuendo a ridurre sempre più le emissioni oppure basandosi maggiormente sui meccanismi flessibili del protocollo di Kyoto.

Per quanto riguarda l’Italia (vedi scheda Italia), le emissioni nel 2010 sono inferiori rispetto al 1990 di 25,6 milioni di tonnellate di CO2eq., cioè pari a circa il -4,8%. Le emissioni medie per il periodo 2008-2010 erano più basse dell’1,6% rispetto all’anno base (1990), quindi ancora sopra il target del -6,5% previsto per il periodo 2008-2012. Ma come si può vedere dal grafico nei settori non coperti dall’emissions trade scheme (ETS) le emissioni medie del periodo 2008-2010 erano molto più alte rispetto al loro previsto obiettivo, tanto che, considerando il sequestro delle foreste (LULUCF) e l’utilizzo dei meccanismi flessibili, l’Italia è ancora piuttosto lontana dal proprio target di Kyoto, un divario pari all’8,6% (media 2008-2010).

La AEA ha pubblicato la sua analisi sull’andamento tendenziale delle emissioni di CO2, suddivisa in tre relazioni che, insieme, offrono uno studio dei livelli di emissione registrati dal 1990 nella prospettiva di una riduzione delle emissioni di gas a effetto serra dell’UE per il 2020 e oltre. Le relazioni illustrano inoltre i progressi compiuti nella realizzazione degli obiettivi del Protocollo di Kyoto, le stime preliminari dei livelli di emissioni del 2010 e un’analisi dei fattori all’origine delle emissioni dal 1990.

  • Relazione tecnica dell’AEA “Approximated EU GHG inventory: Early estimates for 2010 (“Inventario sommario dei gas a effetto serra dell’UE: prime stime per il 2010”) presenta le prime cifre relative alle emissioni di gas a effetto serra registrate all’interno dell’UE nel 2010, successivamente alla pubblicazione della versione consolidata contenente i dati sulle emissioni del 2009 avvenuta nel mese di giugno. I dati definitivi relativi al 2010 saranno resi disponibili a maggio 2012, dopo la presentazione dell’inventario sui gas a effetto serra dell’UE alla UNFCCC.
  • Relazione dell’AEA “Tracking progress towards Kyoto protocol and 2020 targets in Europeen” (“Esame dei progressi compiuti nel quadro del protocollo di Kyoto, nonché degli obiettivi fissati per il 2020”) analizza i progressi attesi o già compiuti da parte dei paesi europei per quanto concerne gli obiettivi di riduzione delle emissioni di gas a effetto serra. L’analisi dell’AEA conferma i contenuti della relazione della Commissione in materia, anch’essa pubblicata oggi.
  • Relazione dell’AEA “Greenhouse gas emissions in Europe: a retrospective trend analysis for the period 1990–2008(“Emissioni di gas a effetto serra in Europa: analisi retrospettiva delle tendenza per il periodo 1990–2008”) offre una panoramica generale dei fattori responsabili delle emissioni di gas a effetto serra dell’UE dal 1990, ponendo particolare attenzione all’impatto delle politiche dell’UE.

Proiettandosi nel 2020 – spiega l’AEA – è necessario che gli Stati membri dell’UE attuino le misure previste per assolvere all’impegno unilaterale dell’Unione volto a ridurre le emissioni del 20%. I provvedimenti adottati in settori non coperti dal sistema di scambio di quote di emissioni dell’UE (Eu Ets), quale quello residenziale, dei trasporti o dei rifiuti risulteranno particolarmente importanti per il raggiungimento degli obiettivi nazionali fissati per il 2020 in virtù del pacchetto UE clima ed energia del 2009.

L’analisi dell’AEA sull’andamento tendenziale dimostra che le emissioni di gas a effetto serra sono state fortemente influenzate dallo sviluppo economico degli ultimi venti anni. Ciononostante, le ultime tendenze descritte nell’analisi segnalano anche gli effetti positivi delle politiche dell’Ue sull’andamento tendenziale delle emissioni.

Potrebbero interessarti
ADV
×