Il fallimento di Solyndra: cosa è andato storto?

  • 21 Settembre 2011

Quali sono le motivazioni della chiusura di Solyndra, produttrice di moduli fotovoltaici cilindrici a film sottili? Il colosso californiano potrebbe aver subito la forte competizione sul mercato internazionale, ma ci sono ancora troppi lati oscuri su questa vicenda che ha portato alla bancarotta una delle società più innovative del settore.

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La notizia della chiusura della società Solyndra, per molti, è giunta totalmente inaspettata. Il colosso californiano che produceva pannelli fotovoltaici altamente innovativi quest’anno registrerà un fatturato di 140 milioni di $ (il doppio del 2010) e già puntava all’ingresso in Borsa. Cosa ha portato alla bancarotta annunciata all’inizio del mese, con la perdita di 1.100 posti di lavoro? La domanda negli Stati Uniti è pressante anche perché lo Stato ha garantito un prestito tramite il DOE (Department of Energy) di 535 milioni di dollari, denaro dei contribuenti che in questo periodo critico andrebbero spesi con particolare accortezza. Le dichiarazioni ufficiali indicano la forte concorrenza con la Cina e l’instabilità dei mercati europei nelle cause del fallimento, ma forse non c’è solo questo.


Di certo i moduli in film sottile cilindrici Solyndra avevano dei problemi a competere sul mercato con i pannelli in policristallino cinesi. Il sofisticato processo di fabbricazione portava infatti ad un prezzo di vendita molto più alto della concorrenza cinese (negli ultimi mesi, con il crollo del prezzo del silicio, circa il 50% in più) e inoltre il pannello americano poteva solo essere installato su tetti piani (massimizzando la producibilità a parità di superficie).


La vicenda comunque sembra ancora avere dei lati poco chiari, come dimostra la perquisizione degli uffici di Solyndra sia da parte di funzionari del DOE che dell’FBI l’8 dettembre, e anche l’assenza, il 14 settembre, dell’amministratore delegato e del direttore generale chiamati a Washington per un’audizione della commissione Energia e Commercio della Camera. Ufficialmente i dirigenti hanno addotto come motivazioni “la data dell’udienza, le complessità legali e l’urgenza delle procedure di bancarotta”. Dovrebbero però essere presenti questa settimana .


Jonathan Silver, direttore dell’Ufficio Programmi di Prestiti del DOE, che era presente all’interrogazione alla Camera, ha difeso il prestito, indicando il “cattivo tempismo” come problema principale. In effetti Solyndra iniziò l’iter del prestito nel 2006 (sotto la presidenza Bush), quando il prezzo dei prodotti concorrenti era ancora molto alto, ed ottenne il prestito solo tre anni dopo.


Gran parte dell’udienza ha riguardato però un periodo critico di tre settimane nel mese di gennaio 2009, proprio quando avvenne il passaggio di consegne tra Bush e Obama. In quel periodo, il giudizio del DOE sul presto a Solyndra passò da “critico” a “favorevole”. I repubblicani hanno accusato  l’amministrazione Obama di essere stata troppo frettolosa nell’accordare il prestito.


Il gruppo televisivo ABC ha recentemente accusato l’amministrazione Obama di aver concesso il prestito per “motivazioni politiche”. Il principale beneficiario (la sua società detiene il 39% della società che controlla Solyndra), George Kaiser, è infatti un miliardario che ha finanziato la campagna elettorale di Obama nel 2008. Ma i dirigenti del DOE hanno sempre negato queste affermazioni, spiegando che l’unico criterio di selezione dei beneficiari è stato sempre e solo l’imparzialità.


Va detto che il DOE ha concesso 18 volte questo tipo di prestiti a 14 diverse aziende a partire dalla metà del 2010. Il totale di questi prestiti è 15,6 miliardi di dollari. Da notare anche che per una centrale nucleare in Georgia è stata prevista una garanzia di 8,3 miliardi di dollari. Diversi prestiti “verdi” sono andati ad aziende indiscutibilmente leader del settore, come First Solar o SunPower, per somme che in diversi casi superano di molto il miliardo di dollari. Il prestito a Solyndra rappresenta solo il 3,4% del totale degli “investimenti solari” del DOE e ovviamente non tutti i prestiti, come ogni investimento con un certo grado di rischio, danno i risultati sperati.


Mentre tra i repubblicani c’è chi vorrebbe addirittura abolire tutto il programma pubblico dei prestiti “verdi”, va sottolineato che il Governo cinese ha concesso prestiti ad aziende del solare per più di 30 miliardi di dollari, oltre ad altri incentivi. I finanziamenti pubblici americani ammonterebbero quindi a poco più della metà.


Adesso c’è grande curiosità nel vedere se e chi comprerà i brevetti e le attrezzature degli stabilimenti Solyndra. Il 25 ottobre è stata fissata la scadenza per potenziali acquirenti degli asset dell’azienda. In caso di più offerte, si svolgerà un’asta il 28 ottobre.

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