Quando il cantiere fu aperto nel 2005, la data prevista per la consegna era il 2009 e il preventivo presentato al parlamento finlandese era di 2,5 miliardi di euro, poi saliti a 3,2 alla firma del contratto. Dopo 4 anni di imprevisti, difetti di costruzione, violazioni delle misure di sicurezza il cantiere ha accumulato un ritardo sui lavori di 3 anni e la spesa prevista è quasi radddoppiata, salendo ad almeno 5,3 miliardi di euro. Ma quello che emerge dall’odissea di Olkiluoto3 è stato ammesso dall’amministratrice delegata di Areva, Anne Lauvergnon alla p,resentazione del bilancio, avvenuta lunedì: non è possibile prevedere il costo finale del reattore. Quanto costerà e quanto tempo ci vorrà cioè si potrà sapere solo una volta che l’opera sarà conclusa.
Un’affermazione che non tranquillizza certo il committente finlandese, l’utility TVO, cui Olkiluoto3 era stato presentato come un progetto “chiavi in mano” e a prezzo fisso. E non solo TVO si trova danneggiata dal ritardo di 3 anni (cosa per la quale ha già chiesto un salato risarcimento): l’utility finlandese secondo Areva sarebbe corresponsabile dei ritardi e l’azienda francese, assieme al partner Siemens, ora vorrebbe che TVO contribuisse alle spese lievitate, sganciando un miliardo di euro in più. Se non pagherà il miliardo aggiuntivo, modificando il contratto, minaccia Areva, i lavori al cantiere si fermeranno.
A rimetterci, alla fine, comunque vada il contenzioso, non saranno i vertici di Areva, né quelli di TVO: saranno invece i consumatori finlandesi – che pagheranno in bolletta i costi del ritardo del nuovo reattore – e i contribuenti francesi, proprietari del 91% di AREVA.
Giulio Meneghello
3 settembre 2009