Olkiluoto, un pozzo senza fondo

  • 3 Settembre 2009

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Impossibile prevedere il costo finale del reattore nucleare di Olkiluoto, ammettono i vertici di Areva che lo sta realizzando. Intanto i costi lievitati hanno falcidiato i profitti della società a controllo pubblico francese, che minaccia di fermare i lavori se il committente non si farà carico di parte dei costi extra. Un avvertimento anche per l'Italia.

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Continuano i problemi finanziari di quello che dovrebbe essere il primo reattore nucleare di tipo EPR al mondo, quello che il gigante nucleare Areva sta realizzando a Olkiluoto, in Finlandia. La notizia di questi giorni viene dalla presentazione dei bilanci della società a controllo pubblico francese per la prima metà del 2009, duramente colpiti dallo sventurato cantiere finlandese. La società, spiega il Financial Times, nella prima metà dell’anno ha dovuto sborsare 550 milioni di euro extra per Olkiluoto3 (questo il nome del reattore) portando così a 2,6 miliardi di euro la spesa non prevista per l’impianto in Finlandia e ottenendo come risultato un meno 97% nei profitti operativi della società e un meno 79% in quelli netti.

Quando il cantiere fu aperto nel 2005, la data prevista per la consegna era il 2009 e il preventivo presentato al parlamento finlandese era di 2,5 miliardi di euro, poi saliti a 3,2 alla firma del contratto. Dopo 4 anni di imprevisti, difetti di costruzione, violazioni delle misure di sicurezza il cantiere ha accumulato un ritardo sui lavori di 3 anni e la spesa prevista è quasi radddoppiata, salendo ad almeno 5,3 miliardi di euro. Ma quello che emerge dall’odissea di Olkiluoto3 è stato ammesso dall’amministratrice delegata di Areva, Anne Lauvergnon alla p,resentazione del bilancio, avvenuta lunedì: non è possibile prevedere il costo finale del reattore. Quanto costerà e quanto tempo ci vorrà cioè si potrà sapere solo una volta che l’opera sarà conclusa.

Un’affermazione che non tranquillizza certo il committente finlandese, l’utility TVO, cui Olkiluoto3 era stato presentato come un progetto “chiavi in mano” e a prezzo fisso. E non solo TVO si trova danneggiata dal ritardo di 3 anni (cosa per la quale ha già chiesto un salato risarcimento): l’utility finlandese secondo Areva sarebbe corresponsabile dei ritardi e l’azienda francese, assieme al partner Siemens, ora vorrebbe che TVO contribuisse alle spese lievitate, sganciando un miliardo di euro in più. Se non pagherà il miliardo aggiuntivo, modificando il contratto, minaccia Areva, i lavori al cantiere si fermeranno.

A rimetterci, alla fine, comunque vada il contenzioso, non saranno i vertici di Areva, né quelli di TVO: saranno invece i consumatori finlandesi – che pagheranno in bolletta i costi del ritardo del nuovo reattore – e i contribuenti francesi, proprietari del 91% di AREVA.

 
Una storia che dovrebbe far riflettere sull’aspetto economico dell’avventura atomica. Specie in Italia, dove a febbraio è stato firmato un “memorandum of understanding” tra ENEL e la francese EDF per la costruzione di 4 reattori di tipo EPR, cioè dello stesso tipo di Olkiluoto3. Questi progetti, semmai venissero realizzati, lo saranno con ogni probabilità proprio in partnership con Areva che, in pratica, sta “ricattando” i finlandesi per tentare di rifarsi in parte del “buco” di Olkiluoto.

Giulio Meneghello

3 settembre 2009

 
 
 
 
 
 
 
 
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